ArticoloDialoghi
Laudato si’: il cammino di conversione continua
Radicalmente aperti al dialogo, card. Michael Czerny SJ; intervista a cura di Paolo Foglizzo / L’avvenire non aspetta, Bruno Bignami / La contemplazione, porta della conversione, Anna Rowlands; intervista a cura di Paolo Foglizzo / Senza natura l’umanità è perduta, Ilaria Neirotti / Tornare a immaginare insieme il mondo che vogliamo, Mariagrazia Midulla; intervista a cura di Cesare Sposetti SJ
Quando abbiamo deciso di dedicare un ampio spazio al decimo anniversario
dell’enciclica Laudato si’ (LS) non pensavamo che queste
pagine sarebbero state pubblicate e lette dopo la morte di papa Francesco,
traducendosi così in una prima occasione per riflettere su uno dei suoi
più significativi documenti e sull’impatto che ha avuto nella vita di tante
persone. La Laudato si’ ha introdotto lo sguardo nuovo dell’ecologia integrale
come chiave per comprendere il modo in cui “tutto è connesso” e come
l’impegno per i poveri, non nuovo nella storia della Chiesa, richieda oggi di
essere coniugato a quello per la cura degli ecosistemi: «Non ci sono due crisi
separate, una ambientale e una sociale, ma una sola e complessa crisi socioambientale
» (LS, n. 139). Così ha dato inizio a un cammino di conversione.
L’approccio sistemico, già teorizzato nella filosofia e nelle scienze durante
il XX secolo, nell’enciclica è una chiave di lettura privilegiata per
comprendere la correlazione tra i problemi ambientali e quelli sociali.
L’ecologia integrale si presenta come l’intelligenza delle connessioni,
come la capacità di cogliere il nesso tra elementi della realtà e di valorizzare
i processi. Si prenda, ad esempio, la narrazione delle drammatiche
condizioni di tante periferie urbane nel primo capitolo dell’enciclica: papa
Francesco denuncia la deprivazione di bellezza, di contatto con la natura,
di vivibilità, di spazi dignitosi per coltivare la propria vita, che colpisce i
poveri non meno di un reddito insufficiente e che contrasta con l’esclusività
dei quartieri “verdi” ed “ecologici” destinati alle classi più abbienti.
Affrontare queste situazioni richiede la capacità di coniugare diversi livelli
di intervento, perché «oggi l’analisi dei problemi ambientali è inseparabile
dall’analisi dei contesti umani, familiari, lavorativi, urbani, e dalla
relazione di ciascuna persona con sé stessa» (LS, n. 141). Nella Laudato
si’ – come sarebbe accaduto, forse ancora con maggiore forza, nell’esortazione
apostolica Laudate Deum (LD, 2023) – lo sguardo che abbraccia
la situazione globale dell’umanità evidenzia come il problema ambientale
affondi le proprie radici nelle disuguaglianze, il cui risvolto ideologico è il
paradigma tecnocratico, che per la sua pervasività appare come l’unica forma
di pensiero ragionevole e in grado di dare una prospettiva per il futuro.
Questa consapevolezza nasceva da un esercizio di ascolto della
realtà che ha contraddistinto sin dall’inizio il magistero di papa
Francesco: una realtà che si rivela poliedrica (cfr esortazione apostolica
Evangelii gaudium [2013], n. 236) all’occhio che vuole osservarla con onestà,
riconoscendo, al tempo stesso, la parzialità di ogni visione e l’importanza
di ogni contributo [continua]
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