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Laudato si’: il cammino di conversione continua

Radicalmente aperti al dialogo, card. Michael Czerny SJ; intervista a cura di Paolo Foglizzo / L’avvenire non aspetta, Bruno Bignami / La contemplazione, porta della conversione, Anna Rowlands; intervista a cura di Paolo Foglizzo / Senza natura l’umanità è perduta, Ilaria Neirotti / Tornare a immaginare insieme il mondo che vogliamo, Mariagrazia Midulla; intervista a cura di Cesare Sposetti SJ
Fascicolo: maggio 2025

Quando abbiamo deciso di dedicare un ampio spazio al decimo anniversario dell’enciclica Laudato si’ (LS) non pensavamo che queste pagine sarebbero state pubblicate e lette dopo la morte di papa Francesco, traducendosi così in una prima occasione per riflettere su uno dei suoi più significativi documenti e sull’impatto che ha avuto nella vita di tante persone. La Laudato si’ ha introdotto lo sguardo nuovo dell’ecologia integrale come chiave per comprendere il modo in cui “tutto è connesso” e come l’impegno per i poveri, non nuovo nella storia della Chiesa, richieda oggi di essere coniugato a quello per la cura degli ecosistemi: «Non ci sono due crisi separate, una ambientale e una sociale, ma una sola e complessa crisi socioambientale » (LS, n. 139). Così ha dato inizio a un cammino di conversione.

L’approccio sistemico, già teorizzato nella filosofia e nelle scienze durante il XX secolo, nell’enciclica è una chiave di lettura privilegiata per comprendere la correlazione tra i problemi ambientali e quelli sociali. L’ecologia integrale si presenta come l’intelligenza delle connessioni, come la capacità di cogliere il nesso tra elementi della realtà e di valorizzare i processi. Si prenda, ad esempio, la narrazione delle drammatiche condizioni di tante periferie urbane nel primo capitolo dell’enciclica: papa Francesco denuncia la deprivazione di bellezza, di contatto con la natura, di vivibilità, di spazi dignitosi per coltivare la propria vita, che colpisce i poveri non meno di un reddito insufficiente e che contrasta con l’esclusività dei quartieri “verdi” ed “ecologici” destinati alle classi più abbienti. Affrontare queste situazioni richiede la capacità di coniugare diversi livelli di intervento, perché «oggi l’analisi dei problemi ambientali è inseparabile dall’analisi dei contesti umani, familiari, lavorativi, urbani, e dalla relazione di ciascuna persona con sé stessa» (LS, n. 141). Nella Laudato si’ – come sarebbe accaduto, forse ancora con maggiore forza, nell’esortazione apostolica Laudate Deum (LD, 2023) – lo sguardo che abbraccia la situazione globale dell’umanità evidenzia come il problema ambientale affondi le proprie radici nelle disuguaglianze, il cui risvolto ideologico è il paradigma tecnocratico, che per la sua pervasività appare come l’unica forma di pensiero ragionevole e in grado di dare una prospettiva per il futuro.

Questa consapevolezza nasceva da un esercizio di ascolto della realtà che ha contraddistinto sin dall’inizio il magistero di papa Francesco: una realtà che si rivela poliedrica (cfr esortazione apostolica Evangelii gaudium [2013], n. 236) all’occhio che vuole osservarla con onestà, riconoscendo, al tempo stesso, la parzialità di ogni visione e l’importanza di ogni contributo [continua]

 

 

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