Verso le elezioni USA: la Chiesa nello spazio pubblico

Gli Stati Uniti e la Chiesa americana attraversano un passaggio decisivo nel momento in cui articoliamo questa riflessione sulla questione cruciale del contributo delle comunità religiose al bene comune nel tempo della pandemia e in una fase di aspre contrapposizioni partitiche. Per la comunità cattolica, la visione penetrante del rapporto tra religione, Stato e ordine politico elaborata dal Concilio Vaticano II fornisce un orientamento senza pari, individuando un chiaro percorso di impegno pubblico, formazione della coscienza e autentica testimonianza del Vangelo di Gesù Cristo.

 

Una nuova visione delle relazioni tra Stato e Chiesa

Fin dal suo inizio, la Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes offre un nuovo inquadramento per l’azione della Chiesa nello spazio pubblico. Il titolo stesso, optando per la formulazione «la Chiesa nel mondo contemporaneo» anziché «la Chiesa e il mondo contemporaneo», indica chiaramente che la Chiesa ha una base di esistenza autonoma, senza bisogno che una qualche istituzione le riconosca un diritto o le conceda una facoltà. Come afferma il decreto conciliare sull’attività missionaria della Chiesa: «La Chiesa durante il suo pellegrinaggio sulla terra è per sua natura missionaria» (AG, n. 2). In altre parole, l’autonomia e la libertà della Chiesa derivano dal fatto di essere stata inviata, cioè dalla sua natura missionaria.

Inoltre, pur godendo della sua autonomia di azione nel mondo, la Chiesa non si pone in competizione con quest’ultimo. Al contrario, per la Chiesa essere nel mondo significa camminare in solidarietà con tutta l’umanità. Se la Chiesa vuole preservare la propria identità, il suo essere «quasi un sacramento, ossia segno e strumento di intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano» (GS, n. 42; cfr LG, n. 1), deve trovare un buon equilibrio fra la sua autonomia e la solidarietà con l’umanità. Per mantenerlo, da un lato non agisce direttamente nell’ordine politico, economico e sociale, nel modo in cui lo fanno ad esempio i rappresentanti eletti dai cittadini; dall’altro la sua missione è illuminare queste dimensioni della vita umana in modo da contribuire «a costruire e a consolidare la comunità degli uomini secondo la legge divina» (GS, n. 42). Pertanto, quando la Chiesa entra in rapporto con lo Stato, non dovrebbe limitarsi a questioni esplicitamente “religiose”, né a quelle di interesse ecclesiale, come la tutela delle proprie istituzioni. Deve invece parlare di tutto ciò che riguarda il bene comune, che «comprende la promozione e la difesa di beni, quali l’ordine pubblico e la pace, la libertà e l’uguaglianza, il rispetto della vita umana e dell’ambiente, la giustizia, la solidarietà, ecc.» (Congregazione per la Dottrina della Fede, 2002). La proclamazione di questi principi e valori da parte della Chiesa non è un fatto meramente istituzionale, ma un’azione compiuta innanzi tutto attraverso la coscienza informata dei cattolici in quanto cittadini, che infondono i valori evangelici nella vita della società e dello Stato.

La missione religiosa della Chiesa si comprende meglio come missione di servizio. La Chiesa offre i suoi insegnamenti senza la pretesa di avere tutte le risposte, ma riconosce che commetterà degli errori e che «non avrà il suo compimento se non nella gloria celeste» (LG, n. 48). Di conseguenza, la Chiesa rispetta la conoscenza umana e «desidera unire la luce della Rivelazione alla competenza di tutti» (GS, n. 33; cfr anche EG, n. 241). Questo insegnamento conciliare corregge un atteggiamento sbagliato nei confronti del mondo che si ritrova in alcune ecclesiologie preconciliari che consideravano la Chiesa una societas perfecta, separata dal resto dell’umanità e su un piano superiore ad essa.

«Inoltre, siccome in forza della sua missione e della sua natura non è legata ad alcuna particolare forma di cultura umana o sistema politico, economico o sociale, la Chiesa per questa sua universalità può costituire un legame strettissimo tra le diverse comunità umane e nazioni, purché queste abbiano fiducia in lei e le riconoscano di fatto una vera libertà per il compimento della sua missione» (GS, n. 42). È in questo spirito che la Chiesa «esorta i suoi figli, come pure tutti gli uomini, a superare, in questo spirito di famiglia proprio dei figli di Dio, ogni dissenso tra nazioni e razze» (ivi). Costruendo rapporti di fiducia nella società, la Chiesa non solo promuove la causa della libertà religiosa, ma rimane fedele alla sua missione universale.

Se la Chiesa insiste sul fatto che il diritto alla libertà di esercitare la propria missione «deve essere riconosciuto nell’ordinamento giuridico e sancito come un diritto civile», essa riconosce anche che la libertà religiosa «non è di per sé un diritto illimitato» e che «i giusti limiti dell’esercizio della libertà religiosa devono essere determinati per ogni situazione sociale con la prudenza politica, secondo le esigenze del bene comune, e ratificati dall’autorità civile attraverso norme giuridiche conformi all’ordine morale oggettivo» (Compendio, n. 422; cfr anche DH, n. 2). Anche in questo caso, abbiamo l’esempio di un adeguato bilanciamento tra la legittima autonomia della Chiesa e il suo impegno a lavorare in solidarietà con gli altri, compresi gli amministratori pubblici, a beneficio della comunità umana.

 

Libertà di culto e autorità dello Stato

La visione del Vaticano II sulla Chiesa, lo Stato e la politica rappresenta un riferimento sicuro per affrontare i problemi della pandemia e della faziosità partitica che stanno minacciando la nostra unità nazionale. L’intenso dibattito sul rapporto tra la libertà religiosa e il diritto dello Stato di proteggere la salute pubblica ne è un esempio chiave. Per la Chiesa, il diritto al culto pubblico è al centro della sua missione e della sua identità. Allo stesso modo, per lo Stato la protezione dei suoi cittadini è al cuore della sua ragion d’essere. Troppo spesso il dibattito pubblico si è concentrato su questi diritti come se fossero assoluti.

Possiamo trovare una via di uscita da questa apparente impasse nel modo in cui GS affronta la questione del bene comune, riconoscendo l’obiettivo trascendente di entrambe le istanze – il culto pubblico e la difesa della vita umana –, ma collocandole nel contesto più ampio del percorso verso la pienezza umana. Né la salute pubblica e la difesa della vita umana né il diritto al culto pubblico possono essere ignorati, ma devono essere integrati nella più ampia costellazione di questioni legate alla nostra risposta alla pandemia, come la crisi economica che il nostro Paese sta attraversando, la vulnerabilità delle persone anziane e le sofferenze sproporzionate che affliggono le persone di colore.

Gli insegnamenti conciliari indicano che la libertà religiosa talvolta può essere limitata dallo Stato sulla base delle leggi che promuovono il bene comune, ma che tali limitazioni devono essere attentamente circoscritte e controllate. Il Vaticano II ci invita a una prospettiva ampia e integrale, che eviti di assolutizzare dimensioni parziali del bene comune e ci esorta a promuovere un dibattito pubblico aperto e cordiale su queste questioni, piuttosto che ad adottare tattiche che portano allo scontro.

 

Durante la campagna elettorale

Ciò significa che durante la campagna elettorale attualmente in corso, l’obiettivo della Chiesa è trovare il modo di dare testimonianza ai propri insegnamenti nello spazio pubblico senza permettere che vengano distorti dalle divisioni partitiche. Uno dei passaggi più illuminanti del Concilio sul ruolo della Chiesa nel mondo contemporaneo fornisce il criterio ispirativo del nostro contributo al dibattito pubblico: «La Chiesa che, in ragione del suo ufficio e della sua competenza, in nessuna maniera si confonde con la comunità politica e non è legata ad alcun sistema politico, è insieme il segno e la salvaguardia del carattere trascendente della persona umana. La comunità politica e la Chiesa sono indipendenti e autonome l’una dall’altra nel proprio campo» (GS, n. 76).

Come può la Chiesa tradurre in pratica questa ispirazione, in particolare durante la campagna elettorale del 2020? In primo luogo, dando testimonianza della dottrina sociale nella sua interezza attraverso la partecipazione al dibattito pubblico, e formando le coscienze dei credenti, senza sostituirsi ad esse. I leader cattolici devono respingere ogni tentativo di mutilare l’insegnamento della Chiesa e gli imperativi del Vangelo finalizzato a esacerbare le contrapposizioni partitiche. In secondo luogo, andando oltre tali divisioni nei rapporti con il mondo politico e nel dibattito sulle misure da adottare. I rapporti dovrebbero essere cordiali con tutti i candidati e gli amministratori pubblici, ma senza allinearsi con nessun candidato o partito. In terzo luogo, riconoscendo sempre la sacra dignità della coscienza di tutti, evitando ogni cortocircuito riguardo alla responsabilità di ogni cittadino compiere le proprie scelte politiche in base al dettato della propria coscienza.

La Chiesa è nel mondo. È chiamata a essere sia immanente sia trascendente. Come ha chiarito il Vaticano II, ciò significa che essa deve parlare in modo profetico senza farsi condizionare. Deve entrare in dialogo con lo Stato e i leader politici con cordialità, ma senza spirito di parte. Deve testimoniare il Vangelo nella sua interezza.

I principi della dignità della persona umana e del perseguimento del bene comune in tutte le sue dimensioni forniscono un quadro di riferimento essenziale per orientarsi nelle questioni che oggi dividono la nazione. Per questo motivo la Chiesa si affaccia allo spazio pubblico, tra i pericoli che ci circondano, con fiducia e umiltà. È nel sacrario della coscienza di laiche e laici che la Chiesa trova la sua più grande risorsa per trasformare il mondo.


Risorse

AG = Concilio Vaticano II, decreto sull’attività missionaria della Chiesa Ad gentes, 1965.

DH = Concilio Vaticano II, dichiarazione sulla libertà religiosa Dignitatis humanae, 1965.

EG = Papa Francesco, esortazione apostolica Evangelii gaudium, 2013.

GS = Concilio Vaticano II, costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes, 1965.

LG = Concilio Vaticano II, costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium, 21 novembre 1964.

Compendio = Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 2004.

Congregazione per la dottrina della Fede (2002), Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica.

Titolo originale: «How Vatican II can help us navigate the politics of a pandemic», pubblicato il 26 maggio 2020 in America, 22 giugno 2020. Traduzione dall’originale inglese a cura della Redazione.

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