ArticoloDieci anni con papa Francesco
Una Chiesa povera e per i poveri
Papa Francesco ha riportato la teologia della liberazione in Vaticano.
Ho scritto “riportato” perché l’opzione preferenziale per i poveri, che
caratterizza sia la teologia della liberazione sia il papato di Francesco, è stata
concepita proprio a Roma durante
il Concilio Vaticano II con il Patto
delle Catacombe del 1965, firmato
tra gli altri dal brasiliano Helder
Cámara e dall’ecuadoriano Leónidas
Proaño.
Dopo tre anni di gestazione,
la teologia della liberazione è
nata in Colombia, alla Conferenza
dell’episcopato latinoamericano di
Medellín nel 1968, ed è diventata
maggiorenne in Messico undici anni
dopo, quando i vescovi latinoamericani
si sono ritrovati a Puebla. Poco
dopo iniziarono i problemi a causa
delle incomprensioni e dei sospetti
di marxismo con il papa polacco
Giovanni Paolo II, eletto nel 1978
e proveniente da un Paese che era
sotto il giogo sovietico. Seguirono
quasi trentacinque anni di emarginazione
e repressione vaticana, a cui
Francesco pose fine pochi giorni
dopo l’elezione, quando – a quanto
pare su esplicita richiesta del vescovo
Pedro Casaldàliga – ricevette una
copia del Patto delle Catacombe dal premio Nobel per la Pace Adolfo Pérez
Esquivel e decise di adottarlo come programma di governo.
[continua]
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