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Domanda pubblica e problema delle tangenti

La domanda di spesa per l'acquisto di beni e servizi e per investimenti da parte del settore pubblico rappresenta tra l'8 e il 14 % del prodotto interno lordo e interessa importanti comparti industriali. Di fronte all'acquirente pubblico, spesso unico, le imprese fornitrici tendono spesso alla collusione mediante ripartizione di quote di mercato o intese sui prezzi, in contrasto con le leggi, con gravi ripercussioni sul sistema industriale e sulla spesa pubblica. Le responsabilità di questo meccanismo criminoso sono ripartite tra imprese, Amministrazione e partiti politici mediatori e beneficiari, tramite « tangenti », delle commesse pubbliche, il tutto favorito da una normativa farraginosa. I principali limiti dell'attuale sistema degli appalti pubblici sono : finanziamenti iniziali insufficienti, carenze progettuali, distorsioni legate all'uso dell'istituto della concessione, difficoltà di accesso alle gare, scarsa qualificazione delle imprese contraenti. Rimedio fondamentale è il ripristino di un corretto funzionamento del mercato, anche mediante un'ampia apertura alla concorrenza delle imprese estere, nella linea della politica comunitaria in materia di appalti pubblici. E' altresì necessario impedire i flussi illegali di denaro dalle imprese aggiudicatarie ai partiti, con accurate verifiche fiscali e con rigorosi controlli sulle spese dei partiti. Anche da qui deve partire il risanamento della politica, per sottrarla all'affarismo corruttore e restituirla alla sua funzione di servizio del bene comune
Fascicolo: dicembre 1992
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