ArticoloDialoghi
Verso una transizione sostenibile e partecipata? Una rilettura del PNIEC 2024
L’orizzonte europeo del PNIEC, Luigi De Paoli / Un’occasione mancata, Mariagrazia Midulla / Le comunità energetiche rinnovabili: volano per una transizione equa, Massimiliano Muggianu
Il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC) che il Governo
italiano ha sottoposto all’Unione Europea lo scorso luglio disegna
la traiettoria del futuro energetico dell’Italia fino al 2030 e, al tempo
stesso, descrive le misure messe in atto dal nostro Paese per mantenere
gli impegni assunti per mitigare i cambiamenti climatici antropogenici. I
due aspetti, energia e clima, sono infatti inscindibili, se pensiamo che la
quota maggiore di gas serra è emessa dai sistemi di produzione energetica
basati su fonti fossili. Nelle pagine che seguono abbiamo voluto mettere
a fuoco almeno tre livelli della questione: il quadro delle politiche
europee, gli impegni di riduzione delle emissioni assunti dall’Italia
e le ricadute locali delle scelte del presente Piano. Pertanto abbiamo coinvolto tre autori che rappresentano tre prospettive diverse: un punto di
vista accademico (Luigi De Paoli), quello di un’associazione ambientalista
(Mariagrazia Midulla) e quello delle comunità energetiche rinnovabili
(Massimiliano Muggianu).
Gli Autori interpellati presentano elementi di valutazione differenti e,
almeno in parte, discordanti su alcuni aspetti. Se consideriamo la complessità
delle tematiche e il fatto che le politiche per l’energia e il clima coinvolgono
trasversalmente tanti settori e dimensioni (economia, politiche sociali
e abitative, trasporti, solo per citarne alcuni), è inevitabile che le prospettive
possibili siano molte e che le valutazioni possano divergere. Riteniamo che
questa pluralità di vedute rappresenti, al momento presente del dibattito,
un arricchimento, in quanto porta a comprendere che, quando si tratta di
tematiche di così vasta portata, il bene comune si può discernere soltanto
mettendo in dialogo prospettive differenti. Da parte nostra, riteniamo
opportuno sottolineare alcuni aspetti della questione che consideriamo
fondamentali e che permettono anche di contestualizzare i contributi che
presentiamo e vagliare le rispettive posizioni. [continua]
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