Tra pessimismo e speranza. Scenari di cambiamento per il post-pandemia
La pandemia ha messo in evidenza una duplice difficoltà che già sperimentavamo:
quella di interpretare il presente e quella di immaginare
un futuro di speranza. Stiamo vivendo una situazione che molti
definiscono come un cigno nero, cioè qualcosa di impossibile da prevedere,
ma che in realtà si inserisce in un contesto di transizione paradigmatica, in
cui una molteplicità di elementi indicava già la scomparsa di un mondo in
attesa della nascita di un altro.
La speleologia della speranza
Nel mondo pre-COVID-19, la maggior parte dei leader politici ed economici
continuava a proporre risposte ormai superate e inefficaci, incapace
di accorgersi o di riconoscere proprio che erano cambiate le domande. Le
nuove domande investivano un mondo di enorme ricchezza e sviluppo
tecnoscientifico avanzatissimo, ma segnato da disuguaglianze oscene, precarietà e incertezza per milioni di persone; segnalavano un malessere globale
crescente e condiviso, con le democrazie incapaci di realizzare un vero
cambiamento; e, soprattutto, evidenziavano una inesorabile crisi ecologica
e l’urgenza di adottare politiche coraggiose e ambiziose prima che gli effetti
dei cambiamenti climatici diventassero completamente irreversibili. Restituivano
il quadro di un mondo frantumato, di vincitori e vinti, in preda
alle convulsioni generate dalla velocità e dalla simultaneità di molteplici
trasformazioni globali. [Continua]
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