Tensioni da abitare. Uno sguardo biblico sui confini della Terra promessa

Fascicolo: febbraio 2025

«From the river to the sea, Palestine will be free» è lo slogan che abbiamo ascoltato scandire nelle innumerevoli manifestazioni a sostegno della Palestina da quando, il 7 ottobre 2023, si è riacceso il conflitto con gli attacchi di Hamas e la risposta israeliana a Gaza. Il fiume in questione è il Giordano, il mare è il Mediterraneo. Eppure, le due fasce azzurre sulla bandiera dello Stato di Israele rappresentano quelle stesse acque, che delimitano i confini attuali di Israele. Due popoli rivendicano i medesimi confini che, nel corso della storia, sono stati continuamente modificati, in un confronto continuo tra le istanze politiche e simboliche di definizione, cioè tra i valori di riferimento, le grandi narrazioni e gli immaginari che accompagnano questi confini.

L’immaginario con il quale, probabilmente, tutti abbiamo più confidenza proviene dalla tradizione biblica e narra di una terra promessa, la cui estensione è, appunto, dal fiume al mare. Ma è davvero sicuro che la terra della promessa biblica si estenda proprio dal Giordano al Mediterraneo? O è possibile anche andare oltre e spingersi a cercare un’interpretazione alternativa? È l’esercizio che proveremo a svolgere in queste pagine, mettendo a confronto la definizione dei confini della terra promessa nel capitolo 34 del Deuteronomio e nel primo capitolo del Libro di Giosuè. Scopriremo così come la tensione tra i due testi offra spunti per interpretare, anche oggi, la questione dei confini.

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