ArticoloArticolo

Neonati « anencefalici » e trapianto di organi

Il recente « caso Valentina » ha riproposto il problema se i neonati anencefalici parziali, privi cioè dell'encefalo e destinati a una brevissima sopravvivenza, siano da considerare morti e se ne possano quindi utilizzare gli organi a fini di trapianto. Condizione essenziale per la liceità dell'espianto, secondo l'ordinamento giuridico italiano, è l'accertamento della « morte totale » del donatore che implica, tra altri criteri, la cessazione irreversibile delle funzioni dell'encefalo. Contro chi ritiene sufficiente la cessazione delle funzioni cerebrali superiori, si sostiene, sulla base di sicure acquisizioni scientifiche fatte proprie da un recente disegno di legge e dal Comitato nazionale per la Bioetica, che la morte è accertata solo con la cessazione della funzione dell'intero encefalo. Pertanto il neonato anencefalico parziale, in cui la presenza del tronco cerebrale con i suoi residui riflessi consente alcune funzioni vitali, è un essere umano vivente, i cui organi non è né giuridicamente né moralmente lecito espiantare
Fascicolo: lug-ago 1992
Ultimo numero
Leggi anche...

Rivista

Visualizza

Annate

Sito

Visualizza