ArticoloScenari globali

Migranti climatici: una questione di diritti umani

Fascicolo: maggio 2024

Secondo una recente ricerca, il 2023 ha registrato almeno 12mila decessi a causa di inondazioni, incendi, cicloni, tempeste e frane a livello globale, il 30% in più rispetto al 2022. Si tratta di numeri elevatissimi, anche tenendo in considerazione le statistiche degli eventi climatici catastrofici del passato a livello globale.

Questi fenomeni colpiscono in modo particolarmente intenso i Paesi e le popolazioni più povere del pianeta. Tra i peggiori disastri del 2023 (Piemontese 2023) si registrano infatti il ciclone Mocha in Myanmar, il ciclone Freddy in Mozambico e Malawi, il gelo estremo in Afghanistan e la siccità in Amazzonia. A questi si aggiunge il ciclone Daniel, che a settembre 2023 ha colpito la città di Derna in Libia, causando il crollo delle due dighe erette a sua protezione. Considerando il solo caso della Libia, secondo i dati raccolti da un gruppo internazionale di ricercatori aderenti all’iniziativa “World Weather Attribution”, le precipitazioni estreme nel Paese nordafricano si ripetono in genere una volta ogni 300 o 600 anni, ma il cambiamento climatico antropogenico le ha rese 50 volte più probabili e del 50% più intense rispetto all’ipotesi di una temperatura media globale rimasta ai livelli preindustriali (Zachariah et al. 2023). In tali condizioni, diventa non solo necessario mantenere la sicurezza delle infrastrutture, ma anche disporre di piani di mitigazione del rischio che possano proteggere da eventi climatici potenzialmente sempre più violenti.

Il contrasto al cambiamento climatico è uno dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, che vede tra i propri valori di riferimento il principio “Non lasciare indietro nessuno” (Leave No One Behind, LNOB). Sebbene non sia legalmente vincolante, esso può incentivare l’impegno globale a includere i più emarginati e vulnerabili nel perseguimento di uno sviluppo che non abbia ripercussioni negative sul nostro pianeta. Eppure, a meno di dieci anni dalla scadenza fissata per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile contenuti nell’Agenda 2030, vi sono popolazioni che rischiano di vedere aggravate disuguaglianze e vulnerabilità preesistenti a fronte dei cambiamenti climatici globali. [continua]

 

 

 

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