ArticoloInternazionali
Le profonde tensioni nella Turchia di Erdoğan
Ci sono tante Turchie: quella affezionata al lascito del fondatore della
moderna Repubblica, Mustafa Kemal Atatürk, riconosciuto come
il “padre dei Turchi”; quella più propriamente patriottica, che fa
dell’importanza dell’essere turco il principio cardine del nazionalismo;
quella curda, che rivendica l’autodeterminazione e rifiuta l’assimilazione;
quella che, reagendo all’impostazione laica dello Stato turco, si ispira a
canoni religiosi tradizionali anatolici. Infine, vi è la Turchia dei più giovani
e di tutti coloro che, collocandosi trasversalmente a queste logiche, manifestano
una profonda disaffezione verso la politica, ponendosi come motore
di cambiamento per il prossimo futuro.
In un sistema tradizionalmente polarizzato e frammentato al proprio interno
attorno all’asse laicismo-religione e alla dicotomia élite urbana-massa
anatolica, le politiche proposte negli ultimi venti anni dal Partito della
giustizia e dello sviluppo (AKP) e dal suo leader Recep Tayyip Erdoğan
dapprima hanno contribuito alla normalizzazione di alcune disfunziona
lità endemiche, per poi proporre una visione monolitica della società, più religiosa rispetto al passato, maggiormente nazionalista e dunque meno incline al compromesso con altri attori sociali. [Continua]
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