ArticoloDialoghi
Laudate Deum: assicurare il futuro ai nostri figli e al pianeta
- Paolo Foglizzo, «Non reagiamo abbastanza»: l’appello della Laudate Deum /
- Gaia De Vecchi, Alessandro Andrea Venturin, Una risposta alla crisi ego-logica: l’antropocentrismo situato /
- Ciara Murphy, Creare una cultura del cambiamento /
- Andrea Tilche, Quale multilateralismo secondo la Laudate Deum? /
- Mauro Bossi SJ, Le speranze riposte nella COP28
Con la pubblicazione dell’esortazione apostolica Laudate Deum
(LD), papa Francesco ritorna su uno dei temi centrali del suo pontificato
– la cura della casa comune, a cui otto anni fa era stata
dedicata l’enciclica Laudato si’ (LS) – e lo fa perché è profondamente preoccupato
per l’insufficienza degli sforzi fin qui compiuti, soprattutto
per quanto riguarda i cambiamenti climatici. All’origine di questo testo
vi è anche un altro motivo: sollecitare con forza quanti prenderanno parte
alla COP28 di Dubai (30 novembre – 12 dicembre 2023) a mettere da
parte le modeste aspettative su questo appuntamento internazionale e le
logiche dettate dagli interessi di parte, per lavorare affinché possa essere un
vero punto di svolta nel perseguire il bene di tutta l’umanità, in particolare
dei più poveri.
Pur nella sua brevità, la Laudate Deum non nasconde l’oggettiva complessità
dei temi affrontati e l’esistenza di letture contrapposte e polarizzazioni,
ma cerca di rimettere ordine tra i pezzi di informazione alle volte
confusi a disposizione, allargando gli orizzonti, facendo ricorso all’apporto
degli scienziati e includendo nel confronto quanti rischiano di pagare il
prezzo più alto per i cambiamenti in corso. In particolare, l’esortazione
sottolinea l’urgenza di avere una visione più ampia (LD, n. 18), in
grado di travalicare i ristretti confini determinati da uno sguardo che
si concentra solo sull’oggi e su un luogo, su un singolo aspetto del
problema o sull’interesse di una parte. In questo modo, propone una
maniera di leggere le dinamiche sociali, economiche e culturali odierne
ispirata dai quattro principi enunciati nella Evangelii gaudium per costruire
«un popolo in pace, giustizia e fraternità» (EG, nn. 217-237).
Per iniziare ad approfondire questo documento, che non si trincera
dietro generiche affermazioni, ma prende una posizione netta, preoccupato
di assicurare un futuro ai nostri figli e al nostro pianeta, pubblichiamo
cinque contributi in cui si mette a fuoco il rapporto tra la Laudate
Deum e la Laudato si’ (Paolo Foglizzo), la riflessione dal punto di vista
antropologico che è alla base del testo (Gaia De Vecchi e Alessandro Andrea
Venturin), gli interrogativi che pone sul piano delle scelte quotidiane
(Ciara Murphy) e di quelle politiche nella prospettiva internazionale (Andrea
Tilche e Mauro Bossi). Diverse porte di ingresso a un testo in cui si
riconosce in filigrana la dinamica del discernimento dei segni dei tempi
imperniata sul metodo del “riconoscere, interpretare e scegliere” (EG, n.
51) e che si traduce in un accorato invito da parte di papa Francesco a
dialogare e collaborare su un tema così urgente rivolto ai singoli e alle
istituzioni, alla società civile e al mondo della politica e dell’economia,
avendo sempre presente che «il senso sociale della nostra preoccupazione
per il cambiamento climatico […] va oltre un approccio meramente ecologico,
perché “la nostra cura per l’altro e la nostra cura per la terra sono
intimamente legate”» (LD, n. 3).
[Continua]
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