La tutela delle minoranze nel sistema della CSCE
Del problema della tutela delle minoranze nazionali la CSCE - Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa - si è occupata già nell'Atto finale di Helsinki 1975, anche se limitatamente al profilo personale e umanitario, nell'ambito del principio sul rispetto dei diritti umani, e non sotto l'aspetto politico. Nelle Riunioni di Madrid nel 1983 e, soprattutto, di Vienna nel 1989 le previsioni di tutela, sempre sotto il profilo personale, sono state ampliate. Nell'ambito della Conferenza sulla « dimensione umana » svoltasi in tre Riunioni : Parigi 1989, Copenhagen 1990, Mosca 1991 sono stati compiuti ulteriori passi avanti nella tutela delle « persone appartenenti alle minoranze nazionali », grazie in particolare a una importante proposta italiana. L'elemento più innovativo di tale proposta - il principio del riconoscimento delle minoranze come comunità aventi diritto, a seconda dei casi, all'autodeterminazione o a forme di autonomia - non è stato assunto, ma ha contribuito a mettere in crisi l'impostazione restrittiva del problema e a evidenziarne il carattere politico. Importante è stata l'adozione riunioni di Copenhagen e Mosca di uno speciale meccanismo di tutela della « dimensione umana », applicabile alle minoranze nazionali
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