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Intersezioni tra politica e logica dei social media

Fascicolo: maggio 2022
Ci troviamo sempre più spesso a riflettere sul modo in cui i social media stanno riscrivendo la prassi e le regole degli incontri e dello scontro, dei riconoscimenti e dell’indifferenza all’interno della società civile e della sfera pubblica. Un’accelerazione senza precedenti alle dinamiche di ibridazione tra le logiche mediali e quelle della società e della politica contemporanea è stata impressa dalla guerra in Ucraina. Sugli schermi piccoli e rassicuranti dei nostri smartphone scorrono i video di TikTok con cui gli adolescenti ucraini raccontano il terrore dei bombardamenti in presa diretta. Sappiamo che vaste squadre di influencer sono state arruolate dall’uno e dall’altro schieramento per promuovere una narrazione degli eventi in linea con la versione ufficiale delle autorità. Alcune immagini, che raggiungono notorietà a livello internazionale, diventano terreno di scontro, come quella della donna incinta evacuata dall’ospedale bombardato di Mariupol, che, nella ricostruzione ufficiale fornita dal Cremlino, è stata accusata di essere una delle tante comparse di uno spettacolo bellico fittizio messo in scena dalla propaganda ucraina a uso e consumo dell’Occidente. Intanto Meta, l’impresa che controlla Facebook e Instagram, ha comunicato di aver allentato le maglie della moderazione in Ucraina, Russia, Polonia, Slovacchia, Ungheria, Romania e nei Paesi baltici, consentendo temporaneamente messaggi d’odio che incitano all’uccisione degli invasori e dei loro leader. [continua]

 

 

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