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Il Regno Unito dalla Brexit al Bregret? Cronache di una transizione difficile

Fascicolo: aprile 2024

Alla stregua di ogni evento polarizzante e molto sentito a livello sociale, il referendum per la Brexit del giugno 2016 ha suscitato un dibattito acceso tanto nel Regno Unito quanto nel resto dei Paesi dell’Unione Europea (UE). Tale dibattito, intenso e pieno di colpi bassi durante la campagna referendaria, non si è spento con la vittoria dei cosiddetti leaver o Brexiter, i cittadini britannici che hanno votato a favore dell’uscita dal progetto europeo per avere una maggiore autonomia politica ed economica. Ma che cosa è successo nel Regno Unito dopo la Brexit? Le notizie che arrivano in Italia, tendenzialmente negative, non aiutano a cogliere le tante sfaccettature degli ultimi anni, descrivendo un Paese in cui l’economia va male e la politica, lungi dall’essere l’esempio di stabilità e qualità a cui tanti, anche in Italia, hanno guardato in passato, è diventata caotica e improvvisata. Dietro questa narrazione, comune anche ad altri Paesi europei, vi è forse il desiderio di esorcizzare la prospettiva di un disfacimento dell’UE, dimostrando a chi stesse contemplando questa possibilità, che l’uscita può portare solo svantaggi, se non addirittura un disastro economico.

In questi anni l’economia del Regno Unito ha vissuto un periodo di difficoltà, in cui non si sono realizzate le promesse di un’era di nuova prosperità avanzate dai Brexiter, ma nemmeno il disastro previsto da alcuni sostenitori del remain. Se è vero che i piccoli esportatori sono stati penalizzati, al contempo Nissan ha annunciato che investirà 2 miliardi di sterline in un impianto per la costruzione di auto elettriche a Sunderland, e Microsoft sta investendo 2,5 miliardi di sterline nell’intelligenza artificiale britannica. Peraltro, molti degli attuali problemi economici precedono la Brexit: il Regno Unito è in deficit commerciale dagli anni ’80, i salari reali hanno ristagnato dopo la crisi finanziaria del 2008 e la qualità dei servizi pubblici, in particolare quello sanitario, si è deteriorata per le politiche di feroce austerità dei Governi conservatori. Non si può escludere che questi fattori, all’origine di un peggioramento della qualità della vita, abbiano condizionato il referendum del 2016. Al contempo, guardando anche alla situazione dei Paesi dell’UE, non è ancora chiaro quanto le difficoltà attuali dell’economia britannica siano state rafforzate dalla Brexit o piuttosto da eventi successivi, in particolare la pandemia e la crisi energetica dovuta alla guerra in Ucraina. [continua]

 

 

 

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