ArticoloInternazionali
Il Regno Unito dalla Brexit al Bregret? Cronache di una transizione difficile
Alla stregua di ogni evento polarizzante e molto sentito a livello sociale,
il referendum per la Brexit del giugno 2016 ha suscitato un
dibattito acceso tanto nel Regno Unito quanto nel resto dei Paesi
dell’Unione Europea (UE). Tale dibattito, intenso e pieno di colpi bassi
durante la campagna referendaria, non si è spento con la vittoria dei cosiddetti
leaver o Brexiter, i cittadini britannici che hanno votato a favore
dell’uscita dal progetto europeo per avere una maggiore autonomia politica
ed economica. Ma che cosa è successo nel Regno Unito dopo la Brexit?
Le notizie che arrivano in Italia, tendenzialmente negative, non aiutano a
cogliere le tante sfaccettature degli ultimi anni, descrivendo un Paese in
cui l’economia va male e la politica, lungi dall’essere l’esempio di stabilità
e qualità a cui tanti, anche in Italia, hanno guardato in passato, è diventata
caotica e improvvisata. Dietro questa narrazione, comune anche ad
altri Paesi europei, vi è forse il desiderio di esorcizzare la prospettiva di
un disfacimento dell’UE, dimostrando a chi stesse contemplando questa
possibilità, che l’uscita può portare solo svantaggi, se non addirittura un
disastro economico.
In questi anni l’economia del Regno Unito ha vissuto un periodo
di difficoltà, in cui non si sono realizzate le promesse di un’era di nuova
prosperità avanzate dai Brexiter, ma nemmeno il disastro previsto da alcuni
sostenitori del remain. Se è vero che i piccoli esportatori sono stati
penalizzati, al contempo Nissan ha annunciato che investirà 2 miliardi di
sterline in un impianto per la costruzione di auto elettriche a Sunderland, e
Microsoft sta investendo 2,5 miliardi di sterline nell’intelligenza artificiale
britannica. Peraltro, molti degli attuali problemi economici precedono la
Brexit: il Regno Unito è in deficit commerciale dagli anni ’80, i salari reali
hanno ristagnato dopo la crisi finanziaria del 2008 e la qualità dei servizi
pubblici, in particolare quello sanitario, si è deteriorata per le politiche di
feroce austerità dei Governi conservatori. Non si può escludere che questi
fattori, all’origine di un peggioramento della qualità della vita, abbiano
condizionato il referendum del 2016. Al contempo, guardando anche alla
situazione dei Paesi dell’UE, non è ancora chiaro quanto le difficoltà attuali
dell’economia britannica siano state rafforzate dalla Brexit o piuttosto
da eventi successivi, in particolare la pandemia e la crisi energetica dovuta
alla guerra in Ucraina. [continua]
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