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Il gigante malato

L’economia cinese tra calo demografico e crescita al rallentatore

Fascicolo: gennaio 2024

I dati sono crudi. La fiducia dei consumatori e degli imprenditori cinesi, dopo la pandemia, è molto bassa. Gli investimenti non rendono e il settore immobiliare è in crisi. Le esportazioni sono diminuite, forse per la debolezza delle economie nordamericana ed europea, ma anche per ragioni geopolitiche, quali la riluttanza ad assumersi rischi e lo sforzo per riorientare la produzione delle grandi multinazionali occidentali fuori dalla Cina. Tra i giovani più istruiti cresce la disoccupazione. Il debito pubblico è un fardello pesante, perché ha raggiunto il 97% del PIL, specialmente nei governi locali. La Banca popolare cinese, per stimolare l’economia, che registra un calo dei consumi e degli investimenti, ha ridotto i tassi d’interesse, con il risultato di indebolire lo yuan.

Le ripercussioni colpiscono la popolazione cinese e si avvertono in tutto il mondo per il calo degli acquisti del gigante asiatico nei campi dell’alimentare, delle materie prime, del petrolio, dei minerali e di altre componenti basilari dell’industria. In realtà, l’apogeo della crescita cinese è alle spalle da tempo. Di fatto, il rallentamento è cominciato 13 anni fa, quando il modello su cui si basa ha smesso di essere efficace (cfr Wei e Yifan Sie 2023). Per di più, negli ultimi tempi l’economia cinese è stata significativamente danneggiata dalla guerra commerciale con gli Stati Uniti, dalla pandemia e dalla politica “COVID Zero”, situazioni critiche che hanno fatto venire a galla i problemi strutturali. [continua]

 

 

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