L'area di Bagnoli, nella periferia occidentale di Napoli, e i progetti
per la sua rigenerazione hanno occupato le cronache. Di che cosa
si tratta?
Nel quartiere di Bagnoli della città di Napoli (cfr la cartina a p. 206)
esiste un sito di interesse nazionale (SIN). I SIN sono aree che hanno
ospitato attività industriali, ora dismesse, che sono contaminate da agenti
inquinanti e, pertanto, richiedono interventi di bonifica del suolo, del sottosuolo
o delle acque. Non è l’unico in Italia, né in Campania. Di recente
è balzato agli occhi della cronaca quello di “Brescia-Caffaro”, definito dal
Procuratore capo di competenza «un carcinoma al centro della città che
va estirpato». Parole pregnanti, che lasciano intendere chiaramente la molteplicità
di interessi che ruotano attorno ai SIN. In altri termini: non si
tratta di semplici aree inquinate da bonificare, ma di periferie nelle
periferie. Guardare questi paesaggi ex industriali ci fa immediatamente
capire di che cosa si tratta: ciminiere spente, rottami arrugginiti, capanno ni abbandonati dove un tempo
si lavoravano l’acciaio, l’amianto
o il petrolio. Scenari che fanno
comprendere che cosa è stata la
seconda rivoluzione industriale e
come si è concluso quel periodo
storico. Ma intuiamo anche – ed
è la cosa più importante – il nesso
fra più questioni: il lavoro,
la salute, l’ambiente e la società
che abita un certo territorio.
Possiamo brevemente rievocare la vicenda industriale di Bagnoli.
Quando nasce, come si sviluppa e come, infine, giunge a concludersi?
Bagnoli e le vicende che l’hanno contraddistinta fanno parte a pieno
titolo della storia d’Italia. Quest’area incantevole, situata sotto la collina
di Posillipo e un tempo nota come Balneolis (piccoli bagni), era caratterizzata
dalla presenza di una piccola sorgente dalla quale scaturivano
acque con caratteristiche straordinarie. Infatti, questo bellissimo scenario
bucolico venne scelto dai greci per insediarvisi e i romani, successivamente,
vi crearono un sistema termale. Testimonianze di epoca romana
di particolare pregio archeologico sono state rinvenute addirittura accanto
al sito industriale. Fino agli inizi del ’900, il quartiere di Bagnoli
veniva rappresentato come di buona qualità. Dopodiché, l’Italia prese
un’altra direzione. Infatti con la legge speciale per Napoli del 1904 fu
deciso di risolvere la crisi economica di quel tempo investendo sulla
grande industria e non sul turismo. Sicché quel luogo ameno fu scelto
per localizzare l’acciaieria Ilva. Negli anni ’30 del secolo scorso vi sorge
l’impianto Eternit e vent’anni dopo, nasce lo stabilimento Cementir.
Come è noto, furono scelte che determinarono il futuro industriale di
questo Paese, non solo dell’area in questione. Fino agli anni ’90, quando
“cala il sipario” definitivamente. [continua]
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