ArticoloDialoghi
I filosofi nel dibattito pubblico: quale ruolo?
- Il compito della filosofia? Dischiudere alternative, di Donatella Di Cesare
- Per un’attenta analisi delle ragioni in gioco, di Massimo Reichlin
- Continuando a porre le domande decisive, di Costantino Esposito
Se nel passato la filosofia è stata a lungo confinata all’ambito degli
addetti ai lavori, oggi questa disciplina è oggetto di un rinnovato interesse.
Le attestazioni sono molteplici: dalle svariate iniziative culturali
che le sono dedicate al crescente apprezzamento riscosso dai giovani che si
affacciano al mondo del lavoro con una formazione filosofica, il più delle
volte integrata con altri percorsi universitari. Un’ulteriore conferma giunge
dal protagonismo di esponenti di questo mondo nel dibattito pubblico e
nell’arena mediatica. Infatti, in occasione dello scoppio della pandemia,
prima, e della guerra in Ucraina, poi,
i filosofi sono stati interpellati più volte, le loro dichiarazioni sono state riprese e rilanciate, non senza il
corredo di polemiche e “battibecchi” che caratterizzano la comunicazione
pubblica del nostro tempo, in particolare sui social network. Superando il
trito cliché che rappresenta i filosofi come intellettuali distanti dalla realtà,
in questi due anni abbiamo imparato i nomi di alcuni di loro e scoperto,
per usare le parole del filosofo franco-bulgaro Tzvetan Todorov (1939-
2017), che non si accontentano di «contribuire al progresso della verità o
allo sviluppo del bello», ma si sentono toccati «dal problema del bene pubblico
» (
L’uomo spaesato. I percorsi dell’appartenenza, Donzelli 1996). [continua]
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