La Repubblica democratica del Congo (RDC, Zaire dal 1971 al
1997), che riceve la visita di papa Francesco dal 2 al 5 luglio 2022,
37 anni dopo quella di Giovanni Paolo II, è il secondo Paese dell’Africa
per superficie dopo l’Algeria, e il più grande privo di territori deserti:
con un’estensione di circa 2.345.000 kmq, è grande più di sette volte l’Italia
e oltre la metà dell’intera Unione Europea. Il 58% del suo territorio
è coperto dalla foresta pluviale primaria e ha quindi il potenziale per giocare
un ruolo di primo piano nella lotta contro i cambiamenti climatici.
Nonostante i suoi 100 milioni di abitanti, non è il Paese più popoloso del
continente (superato da Nigeria, Etiopia ed Egitto), ma è quello in cui sono
più numerosi sia i cristiani (circa il 90% della popolazione, considerando le
diverse denominazioni), sia i cattolici (circa il 55% della popolazione). Per
questo Paolo VI lo ha una volta definito «il fratello maggiore della Chiesa
nell’Africa nera».
Una visita apostolica del pastore della Chiesa universale alla più
grande comunità cattolica dell’Africa ha senso. Il 3 marzo, all’annuncio
della visita, mons. Marcel Utembi Tapa, arcivescovo di Kinshasa e presidente
della Conferenza episcopale congolese (CENCO), ha dichiarato: «Il
Papa viene per rendere più salda la fede dei cattolici della RDC e per ravvivare
la speranza del popolo congolese, che ha bisogno di pace, sicurezza e
benessere» 2. Nonostante la forte crescita dei fedeli delle Chiese evangeliche
pentecostali negli ultimi decenni, la Chiesa cattolica nella RDC non ha
perso la sua vitalità. È quindi un’importante culla del cattolicesimo e invia
già missionari in tutto il mondo.
La Chiesa della RDC è conosciuta anche per il suo rito particolare, detto
zairese: una liturgia orante, danzante e vibrante. La visita del Papa sarà
probabilmente un’opportunità per incoraggiare gli sforzi di inculturazione
che sono in corso da diversi anni. Infine, la Chiesa congolese è una Chiesa
di martiri. I parlamentari cattolici della RDC, ricevuti da papa Francesco
mercoledì 2 marzo 2022, hanno chiesto la canonizzazione della beata Marie
Clémentine Anaurite Nengapeta, assassinata il 1° dicembre 1964. Una
lunga lista di altri martiri, come il beato Isidore Bankaja, morto il 15 agosto
1909, e il servo di Dio mons. Christophe Munzihirwa SJ, assassinato il
29 ottobre 1996, è ugualmente in attesa di canonizzazione.
Tuttavia, la visita del Papa giunge in un momento di tensione tra
la Chiesa cattolica della RDC, che ha svolto un importante ruolo a servizio
del processo di democratizzazione del Paese, e il presidente Félix
Tshisekedi (in carica dal 24 gennaio 2019), tanto che più di una voce,
soprattutto tra il laicato cattolico e nel mondo politico, si interroga sulla
sua opportunità. [continua]
Ti interessa continuare a leggere questo articolo? Se sei abbonato inserisci le tue credenziali oppure
abbonati per sostenere Aggiornamenti Sociali