ArticoloDialoghi
Rileggere un’esperienza collettiva. Riflessioni a partire dalla pandemia
- Maurizio Chiodi, Quando la malattia rende estranei /
- Alberto Giannini, Società e medicina: tra entusiasmi e diffidenze
Il 5 maggio 2023 l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha
dichiarato che la COVID-19 non costituisce più una emergenza per
la salute pubblica a scala globale: il virus continua a circolare, anche
massicciamente e a essere una minaccia per alcune categorie, ma è ormai
un problema sanitario ordinario 1. Nei poco più di tre anni trascorsi dalla
dichiarazione di inizio della pandemia (11 marzo 2020), le vittime sono
state decine di milioni e la vita ordinaria di miliardi di persone è stata stravolta.
Si è passati dall’iniziale sospensione della routine quotidiana a causa
dei lockdown, decisi dalla maggior parte dei Governi, all’imparare come
convivere con la nuova malattia, apprendendo modalità nuove e meno rischiose
di vivere le relazioni, lavorare e studiare, viaggiare e trascorrere il
tempo libero, proteggendosi anche attraverso il ricorso al vaccino, fino a
giungere – ben prima della dichiarazione ufficiale dell’OMS – a un atteso ritorno alla “normalità”, sostenuto dal comprensibile e naturale desiderio
di voltare pagina.
Da un certo punto di vista, la pandemia sembra dunque archiviata, un
ricordo lontano che si vorrebbe dimenticare del tutto, oscurato, in particolare
agli occhi dell’opinione pubblica europea, dallo scoppio del conflitto
in Ucraina e dalle sue conseguenze altrettanto devastanti in termini di
vittime, ma anche di impatto sui sistemi economici e sulla vita quotidiana. [Continua]
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