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Quali alternative ai campi profughi? La presenza dei rifugiati nelle città
Il numero di rifugiati, rimpatriati, sfollati interni e apolidi che si stabiliscono
nelle aree urbane è destinato ad aumentare. In particolare, nei
Paesi “di primo asilo”, cioè confinanti con Stati che vivono conflitti
armati o persecuzioni, le città sono spesso il “luogo”, inteso come spazio
geografico, sociale e culturale, dove queste persone si stabiliscono e trascorrono
lunghi periodi. L’esperienza diretta come operatore umanitario in tre
continenti (Africa, America latina ed Europa) conferma che aumentano i
profughi che vivono fuori dai campi.
I rifugiati in città, una maggioranza invisibile
Conflitti e catastrofi provocano spesso lo spostamento, improvviso e
su larga scala, di popolazioni rurali verso le città, molto più di quanto
l’opinione pubblica percepisca, a causa del persistente cliché mediatico del
campo profughi isolato in campagna. Questa tendenza ha subito una forte
accelerazione negli ultimi anni: sempre più rifugiati e sfollati interni sono costretti a migrare verso le città durante e dopo i conflitti, in
cerca di protezione o per rendersi meno visibili, sfuggendo così ai propri
aguzzini, allo stigma sociale o come strategia spontanea per evitare vari
rischi. Durante l’ultimo decennio, l’evoluzione delle politiche degli Stati e
delle organizzazioni internazionali sulla protezione dei rifugiati insediati in
contesto urbano ha cercato di dare una risposta a questa tendenza.
Nei Paesi di primo asilo, come in quelli di transito e di destinazione, sono
sempre più le città e i centri urbani ad assorbire i rifugiati: dei 32 milioni
di rifugiati nel mondo, più
del 65% sono ospitati in città
o villaggi. È quindi necessario
esaminare ciò che accade a livello
locale per comprendere meglio
le politiche di integrazione
urbana e le sfide che si trovano
ad affrontare, interpretandole
come un processo che coinvolge
sia i rifugiati sia le comunità che
li ospitano; è anche necessario
riesaminare i vincoli che governano
le decisioni degli Stati
di istituire dei campi profughi;
infine, spetta alle organizzazioni
internazionali e alle ONG,
locali e internazionali, intervenire
per proteggere e assistere i
rifugiati fin dai primi momenti
di una crisi migratoria, contribuendo
alla ricerca di soluzioni
durature. [continua]
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