ArticoloUnione Europea
Quale futuro per il diritto d’asilo in Europa?
A maggio 2024, proprio sul filo della scadenza della precedente legislatura,
il Parlamento europeo e il Consiglio hanno approvato
un pacchetto di riforme radicali del cosiddetto Sistema comune
di asilo in Europa (Common European Asylum System, CEAS). L’orientamento
complessivo della riforma è una nettissima compressione del
diritto d’asilo, e pertanto dei diritti e delle garanzie riconosciuti a chi
chiede protezione internazionale in uno dei Paesi membri dell’Unione.
Giunge così a conclusione il percorso iniziato nel settembre 2020 con la
presentazione da parte della Commissione europea della proposta di Patto
per l’immigrazione e l’asilo (Borraccetti 2021). I testi che compongono
il nuovo quadro del CEAS sono ben dieci: nove Regolamenti e una sola
Direttiva, quella sull’accoglienza, che viene modificata rispetto a quella vigente
(Di Pascale 2024; cfr riquadro a p. seguente). Alcuni testi normativi consistono in modifiche più o meno rilevanti di quelli previgenti, mentre
altri introducono nozioni e procedure del tutto nuove.
L’intera riforma del CEAS entrerà in vigore tra giugno e luglio 2026,
a eccezione di singole disposizioni che recano un termine di applicazione
diverso. Un tempo così lungo è dovuto al fatto che le normative prevedono
l’elaborazione di nuove procedure amministrative da coordinare tra
gli Stati membri e la realizzazione di nuove infrastrutture, in particolare
per l’attuazione delle procedure di frontiera. Ogni Stato dovrà adottare
programmi di attuazione nazionale, che devono procedere in parallelo affinché
l’intero nuovo sistema sia operativo in tutta l’UE per l’estate 2026. [continua]
Ti interessa continuare a leggere questo articolo? Se sei abbonato inserisci le tue credenziali oppure
abbonati per sostenere Aggiornamenti Sociali
Update RequiredTo play the media you will need to either update your browser to a recent version or update your
Flash plugin.
© FCSF 