Parigi, 13 novembre 2015: la guerra nel cuore dell'Europa

"Un atto di guerra": così il presidente francese François Hollande ha definito gli attentati che, la sera di venerdì 13 novembre, hanno colpito al cuore Parigi, provocando almeno 139 morti (altre decine di feriti versano in gravi condizioni negli ospedali della capitale). Attentati provocati da varie cellule di terroristi di diverse nazionalità (alcuni anche francesi) che, secondo le prime ricostruzioni, hanno agito in modo coordinato con i dirigenti del Califfato islamico istituito tra Siria e Iraq,
Dopo il sanguinoso assalto di gennaio alla redazione del settimanale Charlie Hebdo e al supermercato kosher, sempre a Parigi, e dopo numerose altre operazioni terroristiche focalizzate su "obiettivi sensibili", forse per la prima volta in Europa il terrore islamista colpisce in modo indiscriminato, tra la folla, nei luoghi della quotidianità e del tempo libero. Ma al di là di questo inquietante "salto di qualità", le domande e i nodi irrisolti che si agitano sullo sfondo non sono nuovi e chiamano in causa le responsabilità (o almeno le omissioni) dell'Occidente nell'escalation della guerra in Siria e in generale la gestione dei rapporti geopolitici con il mondo arabo, l'effettiva inclusione delle seconde e terze generazioni di immigrati nelle società europee, le connessioni tra sicurezza e immigrazione, il rapporto tra Islam e modernità, la risposta possibile al fondamentalismo religioso. 
Riproponiamo alcuni articoli su questi temi pubblicati da Aggiornamenti Sociali negli ultimi anni. 

16/11/2015
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