ArticoloCantiere Italia
Non di parte: il difficile mestiere del Presidente della Repubblica
Nel linguaggio corrente si è soliti tradurre il compito del Capo
dello Stato nel ruolo di un arbitro, del garante della Costituzione.
È una immagine efficace. All’arbitro compete la puntuale
applicazione delle regole. L’arbitro deve essere – e sarà – imparziale. I
giocatori lo aiutino con la loro correttezza. Il Presidente della Repubblica è
garante della Costituzione. La garanzia più forte della nostra Costituzione
consiste, peraltro, nella sua applicazione». In questo passaggio del discorso
di insediamento del 3 febbraio 2015, Sergio Mattarella offriva la sua interpretazione
del ruolo presidenziale ai parlamentari e ai delegati regionali che
lo avevano appena eletto e all’opinione pubblica italiana.
Ricorrendo ai concetti di arbitro e garante, Mattarella si inscrive in una
consolidata lettura della figura e dei compiti del nostro Capo dello Stato.
I due termini hanno il pregio di evidenziarne i tratti principali. Infatti,
il Presidente della Repubblica in quanto garante della Costituzione è
al di fuori dell’agone politico; tuttavia, per la sua funzione di arbitro,
è anche una delle figure chiave quando il Paese attraversa una fase politica incerta. Se si guarda alla storia della Repubblica si coglie in modo
chiaro questo duplice aspetto, insieme a un altro elemento: i vari Presidenti,
al di là del peso delle differenti personalità, hanno interpretato il
proprio ruolo in modi diversi, dovendosi confrontare non solo con il testo
costituzionale, rimasto immutato, ma anche con la realtà sociale e politica
del Paese, che è profondamente cambiata nel corso dei decenni. [Continua]
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