ArticoloDinamiche globali

Inventare una grammatica dell’interdipendenza globale

Intervista a Bertrand Badie, Docente di Relazioni internazionali Centre d’études et de recherches internationales, Sciences Po (Parigi), a cura di François Euvé SJ, Direttore della rivista Études.
Fascicolo: dicembre 2023

Sembra che stiamo assistendo a una sorta di “ritorno della forza” e che stiamo entrando in un mondo nel quale i conflitti sono sempre più frequenti. Che cosa ne pensa?

 

Nelle scienze sociali dobbiamo sempre diffidare del termine “ritorno”, perché la storia offre biglietti di sola andata e molto raramente viaggi di andata e ritorno, per l’ovvia ragione che le situazioni cambiano continuamente. Il contesto odierno è senza precedenti e non è affatto simile a quello della Guerra fredda o delle due guerre mondiali.

La prima osservazione andrebbe comunque accolta con cautela, perché dal 1945 la forza è stata quasi sempre sconfitta. L’evento principale che ha evidenziato questa straordinaria inversione di rotta della storia è stata la decolonizzazione, quando i deboli hanno vinto sui forti. A suo modo, ha segnato la fine delle guerre di conquista, che dal 1945 sono fallite quasi ovunque. Le rare conquiste “riuscite” non sono mai state completate: la resistenza sociale è rimasta intatta. In altre parole, la forza ha perso la sua presa. In ogni caso, non è più in grado di confermare la logica di egemonia di un tempo. Il conflitto russo-ucraino riflette la volontà di utilizzare la forza, ma ne esprime immediatamente il completo fallimento. Nel febbraio 2022, tutti pensavano che l’esercito russo sarebbe entrato a Kiev nel giro di pochi giorni. Tredici mesi dopo, lo vediamo fermo in zone già parzialmente conquistate dalle milizie russe dopo il 2014.

D’altra parte, va notato che la forza cambia forma. Cambia nell’aspetto e anche nella logica. Si cerca di inventarne nuove forme, come ad esempio il potere dei deboli, che trionfa combinando resistenza e azioni di disturbo, o questa forma originale di potere, ancora poco concettualizzata, che segue i contorni della globalizzazione e che ho cercato di analizzare nel mio libro Les puissances mondialisées. Repenser la sécurité internationale (Odile Jacob, 2021). La leva di Archimede del potere non è più la forza, ma una sorta di capacità di agire sugli altri non vincolandoli fisicamente, ma racchiudendoli in una logica sistemica da cui non riescono più a sfuggire. [continua]

 

 

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