ArticoloEditoriali

In ascolto della realtà

Fascicolo: gennaio 2022

«Ascoltare è lasciarsi colpire dalla realtà». Questa frase è parte di un breve discorso rivolto a braccio da papa Francesco nel dicembre 2019 ai membri della redazione e ai collaboratori di Aggiornamenti Sociali in un’occasione speciale: l’udienza per i 70 anni della sua nascita. Si tratta di parole solo apparentemente semplici, che toccano uno dei nodi fondamentali della missione svolta dalla Rivista. Proprio per questo mi risuonano con particolare forza in questa fase di passaggio, nel momento in cui ricevo il testimone e la responsabilità di guidare la Rivista da p. Giacomo Costa, che nei suoi dodici anni da direttore ha saputo aiutare i lettori a riconoscere e interpretare i profondi cambiamenti avvenuti in questo tempo. Richiamare le parole del Papa mi aiuta a esplicitare il senso e l’orizzonte della missione di Aggiornamenti Sociali in questa nuova tappa, che si inscrive in una storia tanto ricca.

 

Prendere sul serio la realtà

L’accostamento tra l’ascolto e la realtà è esigente se lo si vuole praticare sul serio e fino in fondo. Essere toccati dalla realtà significa accettare di spogliarsi da precomprensioni e pregiudizi, deporre quell’insieme di categorie e filtri, di cui siamo più o meno consapevoli, con cui cerchiamo di addomesticarla, perché non riusciamo ad accettarla così com’è. D’altronde, per quanti sforzi possiamo compiere, c’è una resistenza della realtà nella sua concretezza, spesso nella sua durezza, che non possiamo vincere. Ne è un esempio evidente l’esperienza che ci accomuna negli ultimi due anni, da quando è iniziata la pandemia da COVID-19. Siamo stati costretti a cambiare in modo profondo la nostra quotidianità in ogni aspetto, dalle relazioni personali al modo di lavorare; inoltre, ci siamo resi conto quanto sia necessario individuare e curare luoghi di confronto, in cui le diverse letture della realtà possano essere presentate e ascoltate, discusse e anche criticate, ma all’interno di un quadro comune e condiviso.

 

Potremmo dire che vi è un’obbedienza (una parola che nella sua etimologia latina porta in sé la dimensione dell’ascolto) alla realtà che si impone come dato di partenza di qualsiasi processo. Questa prospettiva permette di crescere in alcune importanti dimensioni. Mi riferisco, innanzi tutto, al rispetto di fondo dell’altro (una persona, una situazione, un’idea…), affinché non sia ridotto al proprio punto di vista, non venga snaturato e negato nella sua costitutiva differenza. Ma riguarda anche la capacità di dare spessore e concretezza a progetti e riflessioni, perché non si fondano più sull’inconsistenza di ragionamenti astratti e utopistici, sbilanciati ora nel segno dell’ottimismo irenico ora del pessimismo senza uscita. Il radicarsi in questa prospettiva, inoltre, ci mette in contatto con quanti abitano la nostra società: certamente con quelli che sono più forti e visibili, che occupano gli spazi del potere; ma anche con quanti non riescono a far sentire la propria voce, perché sono messi ai margini, intrappolati in etichette che finiscono per negarne la dignità e l’umanità. Vi è, infine, un ultimo aspetto da non sottovalutare: diveniamo più consapevoli – di fronte a noi stessi e ai compagni di cammino che incrociamo – della nostra storia, delle radici del nostro impegno, del punto da cui osserviamo quanto accade nella società, di ciò che ci sta a cuore e del bagaglio di nozioni, idee e visioni che ci contraddistinguono.

 

L’esercizio del discernimento

La ricchezza dell’ascolto della realtà non si esaurisce negli aspetti appena evocati: oltre a essere messi in discussione da essa, siamo anche sollecitati a interrogarla in modo critico. L’ascolto onesto e profondo non si riduce in una mera passività, ma è il punto di avvio di nuovi percorsi e processi, che saranno tanto più fecondi quanto più saranno frutto di scambi e condivisioni. Questa dinamica è al cuore della missione di Aggiornamenti Sociali.

Fin dall’inizio, i gesuiti e i laici che vi hanno lavorato hanno scelto come luogo principale della propria azione e riflessione il confronto costante con la società e la cultura del proprio tempo, facendosi guidare dal binomio fede-giustizia. Si tratta di un terreno di incontri continui, vivi e vitali, che si realizzano nelle pagine della Rivista e nelle iniziative che organizziamo o nelle reti di cui facciamo parte.

 

Questa missione, continuamente riletta e aggiornata alla luce del Vangelo, del magistero e dei cambiamenti nella società (basti pensare, ad esempio, all’avvento del digitale o al superamento di una certa lettura della secolarizzazione), si è arricchita e approfondita nel corso del tempo, beneficiando negli ultimi anni delle riflessioni di papa Francesco, in particolare la visione poliedrica proposta nell’Evangelii gaudium, il paradigma dell’ecologia integrale al cuore della Laudato si’, l’accento sul cammino sinodale di una Chiesa in uscita. Si tratta di spunti, continuamente approfonditi, che stanno riplasmando il nostro modo di leggere la società, riflettere e agire.

Scegliendo di stare in questa posizione, ci ritroviamo sulla frontiera, esposti agli interrogativi che sorgono sia all’interno del mondo ecclesiale sia nella società, attenti agli uni e agli altri, per riconoscervi quelle istanze profonde che sono l’espressione di sogni e richieste che chiedono di essere ascoltati. Si tratta di un esercizio di discernimento continuo dei fenomeni socioculturali, per non limitarsi a registrarli, ma soffermarsi sulle loro implicazioni sul piano antropologico ed etico ed entrarvi in dialogo.

 

Questo è il lavoro svolto dalla Redazione ogni volta che si ritrova per preparare un nuovo numero della Rivista. Questo è anche il contributo che ci proponiamo di offrire ai voi lettori: nel flusso di informazioni da cui siamo raggiunti, sempre più ampio grazie alle possibilità createsi con Internet, noi per primi ci interroghiamo su che cosa ci colpisce, scegliendo di condividere con voi ciò che riteniamo più importante secondo criteri ispirati dall’impegno per la giustizia che nasce da un ascolto ancor più fondamentale, quello della Parola.

 

Per rendere più concreto questo nostro impegno, permettetemi per una volta di portarvi nel retrobottega di Aggiornamenti Sociali, così da mostrarvi attraverso gli articoli pubblicati in questo numero quali sono gli aspetti su cui ci concentriamo in questa dialettica tra ascolto e discernimento della realtà.

 

Di che cosa prendersi cura?

Nella nostra società segnata da una mentalità improntata all’individualismo e da situazioni sempre diffuse di fragilità e frammentazione, sentiamo che la qualità dei legami che ci uniscono è uno degli aspetti che più richiede cura e attenzione. Per questo dare spazio a esperienze positive ci sembra necessario. Ecco come nasce l’intervista sui cambiamenti avvenuti nel corso degli ultimi anni nel quartiere napoletano di Scampia (pp. 58-63), in cui tanti hanno lavorato per costruire legami sociali più forti e giusti, per sottrarre terreno alla criminalità e all’emarginazione. Nella stessa direzione va anche la riflessione sulla prossima elezione del Presidente della Repubblica (pp. 10-18). Ancora una volta la questione centrale è quella di discernere a partire dalla realtà, in questo caso politica, quali legami vanno rinsaldati e quali ripensati, ad esempio nei rapporti tra cittadini e istituzioni o tra le forze politiche. Al centro vi è la figura del Presidente della Repubblica, pensata dai costituenti come garante dell’unità del nostro Paese, al punto che è richiesta un’ampia maggioranza per la sua elezione: ancor prima di iniziare a esercitare la sua carica, un Presidente diventa occasione di unione e incontro.

 

L’attenzione alle vicende italiane ci spinge – e potrebbe apparire paradossale – ad aprire finestre su quanto accade all’estero (cfr gli articoli dedicati alla pandemia in India e al rispetto dei diritti umani in Kenya, così come l’infografica sugli italiani che sono emigrati nel corso degli anni, pp. 41-57), perché la realtà è ben più grande dei confini nazionali. Lo sguardo rivolto alle esperienze di altri Paesi non serve semplicemente a entrare in contatto con esperienze o avvenimenti che potrebbero interessarci, ancor di meno ad arricchire il nostro bagaglio culturale; ci aiuta piuttosto a risvegliarci, a prendere atto di una diversità che ci riguarda e ci supera allo stesso tempo, a prendere coscienza dell’effettivo valore di quanto facciamo o viviamo, andando al di là delle opposte tendenze a incensare o sminuire in modo superficiale tutto ciò che si realizza nel nostro Paese.

 

Infine, nella ridda di voci che si accumulano in questo tempo, sentiamo che è importante rivolgersi in via prioritaria verso ciò che è espressione di «un’autentica umanità», che si concretizza in «un’ostinata resistenza di ciò che è autentico» (Laudato si’, n. 112). Offrire uno spazio a varie realtà della società civile di ritornare su quanto vissuto nella COP 26 di Glasgow va in questa direzione (pp. 19-32). In questo caso ci troviamo di fronte a un evento di rilevanza mondiale, ma molto spesso si tratta di realtà che passano inosservate, ritenute troppo piccole per essere prese sul serio come fattori di effettivo cambiamento (cfr l’esperienza dei movimenti popolari, pp. 33-40). Ma è proprio in esse che si costruiscono legami forti e insospettati nel segno della solidarietà, si sperimentano novità pioneristiche sul fronte della giustizia e dell’uguaglianza, si vive una fraternità effettiva e non solo proclamata.

 

Il percorso attraverso gli articoli di questo numero è servito a mostrare le domande che ci hanno accompagnato, ciò che ci è parso importante mettere in comune con voi, attraverso un processo di lettura ed elaborazione degli eventi che fa parte del DNA della nostra Rivista, un patrimonio che continueremo a custodire, rinnovare e mettere a disposizione dei lettori. Con voi condividiamo in particolare ciò che ci guida: l’ascolto attento del grido della terra e di quello dei poveri, come primo e imprescindibile passo per l’esercizio del discernimento di quanto viviamo nella società. Questa prospettiva è essenziale per noi, perché l’attenzione rivolta a quanto succede intorno a noi, dagli eventi che hanno un impatto globale alle storie apparentemente minori, possa passare dal semplice prendere atto della realtà all’impegno per cambiarla secondo quella visione del vivere insieme che ci anima.

 

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