È stato presentato questa mattina a Roma il Rapporto annuale 2016 del Centro Astalli, sezione italiana del Jesuit Refugee Service, servizio dei gesuiti per i rifugiati diffuso in tutto il mondo.
La presentazione del Rapporto - dal titolo I numeri e le storie di un anno con i rifugiati in Italia - è stata introdotta da un videomessaggio di Papa Francesco, di ritorno dall’isola di Lesbo, e da un saluto del presidente del Senato, Pietro Grasso. A seguire una tavola rotonda con gli interventi di Romano Prodi, già presidente del Consiglio e della Commissione europea, Camillo Ripamonti SJ, presidente Centro Astalli, e Marino Sinibaldi, presidente Teatro di Roma.
I numeri del Rapporto evidenziano una crescita delle richieste di protezione e asilo presentate in Italia nel corso del 2015: 83.970, circa 20mila in più rispetto al 2014. Un aumento però non paragonabile a quello registrato in Paesi come Turchia e Grecia, dove molto più forte è la pressione di chi fugge dalla guerra in Siria. In Italia arrivano invece prevalentemente eritrei, siriani, somali e sudanesi, molti dei quali intendono proseguire il loro viaggio verso il Nord Europa.
Lo studio mette in evidenza come, «sempre più sistematicamente, i richiedenti asilo allo sbarco vengono distribuiti in tutte le regioni d’Italia: più che in passato anche i territori del nord sono coinvolti nell’accoglienza di chi è arrivato da poco, come testimonia il crescente impegno delle realtà della rete territoriale del Centro Astalli. Roma resta però un polo di attrazione importante», così come la Sicilia, dove - denuncia il testo - «gli effetti del cosiddetto “approccio hotspot” previsto dalle decisioni del Consiglio d’Europa hanno portato a crescenti difficoltà nell’accesso alla protezione: centinaia di persone in seguito ai cosiddetti “respingimenti differiti” sono state abbandonate senza assistenza».
Dopo avere sottolineato l'importanza di passare da un approccio basato sull'emergenza a uno che punti a una autentica accoglienza e integrazione (e in questo senso non è un buon segno il mancato ampliamento del sistema SPRAR), il Rapporto Astalli dedica un intero capitolo alla denuncia delle contraddizioni e degli oneri imposti dalla burocrazia italiana a chi fugge da guerre, torture, disastri naturali.
«Il 2015 - spiegano i curatori - è stato un anno di disagi e di incertezza, che ha contribuito ad aumentare nei rifugiati la sensazione di esclusione e di incomprensione che troppo spesso caratterizza i loro rapporti con la burocrazia. (...) Un paradosso, ancora tutto da risolvere, riguarda le modifiche legislative stabilite in merito all’esenzione dal pagamento del ticket sanitario. La restrizione dell’esenzione ai soli disoccupati ha fatto sì che gli inoccupati (ossia coloro che non hanno mai svolto un’attività lavorativa nel nostro Paese, come la maggior parte di coloro a cui è stata da poco riconosciuta la protezione internazionale) si siano trovati improvvisamente nella condizione di dover pagare esami diagnostici, visite specialistiche e farmaci prima gratuiti, rendendo problematico l’accesso alle cure per molti migranti forzati e scoraggiando di fatto qualunque percorso di prevenzione».
Un rischio, quello dell'esclusione, che paradossalmente colpisce proprio le persone più vulnerabili. Durante il 2015 il Centro Astalli ha incontrato e aiutato 620 persone in queste condizioni, ad esempio vittime di tortura, violenze di genere e stupro.
Ma il Rapporto dell'associazione dei gesuiti (
una cui ampia sintesi è disponibile qui) fa luce anche sugli aspetti positivi. Sottolinea ad esempio che, a Roma, nel 2015 sono state 14 le Congregazioni religiose che hanno deciso di aprire i loro spazi all’accoglienza di rifugiati e altri 9 istituti si stanno preparando a vivere questa esperienza.
Un fiore all'occhiello del Centro Astalli è certamente anche l'iniziativa che promuove incontri su tutto il territorio italiano tra studenti delle scuole superiori e rifugiati disponibili a raccontare la loro drammatica esperienza, per trasmettere un'informazione corretta e vincere molti pregiudizi. Attraverso il progetto Finestre (
che è possibile sostenere anche abbonandosi ad Aggiornamenti Sociali) nel 2015 ha coinvolto 23.700 studenti.