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I media e l’informazione nel Brasile di Bolsonaro

Fascicolo: aprile 2021

Lo scorso anno la Folha de S. Paulo, uno dei quotidiani più diffusi in Brasile, ha preso una decisione inedita nei cento anni della sua storia, autorizzando uno dei propri giornalisti, Patrícia Campos Mello, a intentare una causa legale contro il presidente Bolsonaro, uno dei suoi figli e un blogger che lo sostiene.

 

Campos Mello era stata oggetto di una violenta campagna diffamatoria da parte dell’entourage presidenziale e dei media ad esso collegati, dopo avere pubblicato un’inchiesta secondo la quale, durante la campagna elettorale del 2018, diverse agenzie di comunicazione avrebbero acquistato dati personali per diffondere su WhatsApp migliaia di messaggi a sostegno del futuro Presidente. Successivamente erano state diffuse sui social media notizie e fotografie false, atte a screditare la giornalista; inoltre, i dettagli degli eventi a quali avrebbe partecipato erano stati condivisi tra i gruppi WhatsApp dei sostenitori di Bolsonaro, con l’invito a partecipare in massa. Campos Mello era stata costretta ad annullare le proprie apparizioni pubbliche e a ricorrere a una scorta (Campos Mello 2018a).

 

L’episodio è indicativo di come il clima politico stia influenzando i mezzi di informazione nel Paese sudamericano: il rapporto annuale sulle violazioni della libertà di espressione dell’Associazione brasiliana delle emittenti radiofoniche e televisive ha rivelato che la stampa ha subito quasi 11mila attacchi al giorno sui social media nel corso del 2019 (ABERT 2019).

 

L’emergenza legata alla pandemia ha amplificato una serie di questioni relative al rapporto tra media, società e politica brasiliana. Alla diffusione di notizie false, volte a minimizzare i rischi del contagio, ha fatto seguito, per reazione, un aumento della fruizione di notizie presso i media tradizionali, ritenuti, come confermano alcuni studi, più affidabili dei social media (ABERT 2020). Con un’azione senza precedenti nella storia del Paese, i quotidiani hanno poi agito di comune accordo, sostenendo una campagna, promossa dall’Associazione nazionale dei giornali, contro la disinformazione.

 

La pandemia sembra dunque presentarsi come un banco di prova per lo stato di salute dell’informazione in Brasile. Proveremo ora a tracciare un quadro della situazione, partendo da come si è trasformato il dibattito sui media e sul loro ruolo, per analizzare poi l’uso politico dei media digitali e concentrarci quindi sugli attacchi alla libertà di stampa avvenuti negli ultimi anni e sugli strumenti per difenderla [continua]

 

 

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