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Fraternità interreligiosa. Contributi dalle religioni monoteiste

Islam: una profezia sociale per oggi, di Hamdan Al Zeqri ; Ebraismo: dal rispetto all’amicizia spirituale, quali strade?, di Miriam Camerini; Cristianesimo: trasformati dalla creatività di Dio, di Angelo Reginato
Fascicolo: aprile 2021

«Che la famiglia umana diventi ospitale e accogliente verso tutti i suoi figli; che, guardando il medesimo cielo, cammini in pace sulla stessa terra»: con queste parole papa Francesco ha dato voce al «sogno di Dio» durante il recente viaggio in Iraq, in occasione dell’incontro interreligioso svoltosi il 6 marzo nella Piana di Ur, considerata la patria di Abramo e quindi luogo delle origini per le tre religioni monoteistiche che si considerano sua progenie. Il viaggio in Iraq è solo l’ultima di una serie di iniziative di papa Francesco – tra cui spiccano il Documento sulla fratellanza umana di Abu Dhabi (febbraio 2019) e l’enciclica Fratelli tutti (3 ottobre 2020) – che hanno fatto uscire il dialogo interreligioso dal circuito degli addetti ai lavori, evidenziandone agli occhi di un pubblico più ampio la rilevanza per la costruzione dell’amicizia sociale e della concordia nella società.

 

Questo sogno di fraternità riguarda l’umanità intera, ma è affidato in modo particolare ai credenti delle diverse religioni, invitate a stare dalla parte dei poveri e farsi voce degli ultimi, e a vegliare «come sentinelle di fraternità nella notte dei conflitti» (Papa Francesco, Discorso in occasione della firma del Documento sulla “Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, Abu Dhabi, 4 febbraio 2019): un appello che ha suscitato interesse, ma anche scetticismo e resistenze, dentro e fuori dalla Chiesa cattolica. Perché non diventi un’utopia astratta, è necessario metterlo in atto, facendo passi concreti, e soprattutto insieme. Man mano che si procede nel cammino comune, si impara a conoscersi e fidarsi, ci si misura con la fatica di disinnescare pregiudizi, sospetti e violenze, si accetta lo sforzo di condividere anche senza capirsi bene, senza nascondere le difficoltà. Pian piano, ciascuno si scoprirà arricchito dal percorso fatto in comune e soprattutto inizierà a emergere una lettura condivisa del momento storico che stiamo attraversando.

 

L’orizzonte interreligioso interpella anche quanti nel nostro Paese si impegnano per la costruzione dell’amicizia sociale, in particolare a partire da una ispirazione cattolica. Per molti è una frontiera tutto sommato nuova, specie se ci confrontiamo con la realtà di Paesi in cui il pluralismo religioso è più ampio e consolidato nel tempo, e non sono molte le occasioni concrete per praticare l’ascolto del punto di vista di altre confessioni. L’enciclica Fratelli tutti spinge proprio in questa direzione: «Anche i credenti hanno bisogno di trovare spazi per dialogare e agire insieme per il bene comune e la promozione dei più poveri. Non si tratta di renderci tutti più light o di nascondere le convinzioni proprie, alle quali siamo più legati, per poterci incontrare con altri che pensano diversamente. Perché tanto più profonda, solida e ricca è un’identità, tanto più potrà arricchire gli altri con il suo peculiare contributo» (n. 282). Con l’intento di fare la propria parte a servizio di questo cammino di dialogo, Aggiornamenti Sociali ha interpellato tre esponenti di altre confessioni religiose presenti in Italia – un islamico, un’ebrea e un battista –, chiedendo a ciascuno di reagire al sogno di fraternità formulato da papa Francesco, a partire dalla propria prospettiva di fede. Ringraziandoli, invitiamo i nostri lettori a lasciar risuonare dentro di sé queste diverse prospettive. Per rendere più attento e fecondo l’ascolto, offriamo alcune suggestioni da usare dapprima come piste di lettura dei testi che seguono, e poi come interrogativi con cui ciascuno potrà rileggere la propria esperienza e quella della propria comunità.

 

Un primo stimolo parte dalla consapevolezza che la storia dei rapporti tra le religioni è segnata da conflitti spesso assai sanguinosi. Anche oggi, al di là delle manipolazioni integraliste che strumentalizzano le religioni a scopo di potere o di guadagno, in nessuna comunità mancano fedeli che nutrono atteggiamenti di chiusura e anche di aggressione verso l’altro. Per essere credibili come custodi e promotrici di fraternità, le comunità di fede devono fare i conti con questo passato e soprattutto affrontare i conflitti che ancora oggi sono in qualche modo legati all’interpretazione della religione. Quali cambiamenti di atteggiamento, quali “conversioni” sono richieste alle comunità di fede per camminare in questa direzione? Una seconda pista mette a fuoco il fatto che le religioni dispongono di potenti risorse motivazionali, veicolate da immagini e racconti che trasmettono la fiducia fondamentale nella bontà del mondo da cui nasce il coraggio di affrontare il futuro, e per questo sono capaci di mettere in discussione le convinzioni e le pratiche di ogni cultura. Quali richiami, rimandi e connessioni l’appello alla fraternità attiva nelle diverse comunità? Farle emergere, nella loro concretezza e varietà è importante per sfuggire all’omologazione dell’universalismo razionalista astratto, che non riesce a valorizzare le peculiarità di ciascuna identità.

 

Nella cultura occidentale così profondamente segnata dall’individualismo, ci siamo abituati a considerare la fraternità come qualcosa di supererogatorio, una specie di opzione per i più volenterosi, che pertanto non può costituire il fondamento della società e dell’ordinamento giuridico: l’importante è che ciascuno faccia la propria parte imparando a rispettare l’altro. Tuttavia sappiamo bene che in questo orizzonte i grandi principi finiscono spesso per rimanere nel campo dell’astrazione, mentre la tutela dei diritti fondamentali rischia di incagliarsi nel formalismo, quando non di essere strumentalizzata a difesa di interessi privati. Scopriamo così che della fraternità abbiamo bisogno per ritrovare le radici comuni della nostra umanità e riconoscerci a vicenda, al di là delle differenze come membri e cittadini di un unico mondo, e ridare slancio e concretezza all’impegno per la giustizia. La fraternità ci immette in una dimensione dinamica e relazionale, che l’esperienza concreta delle comunità di fede ancora custodisce: per questo il dialogo tra di loro torna a vantaggio di tutti. [continua]

 

 

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