Dalla pandemia alla guerra. Spunti per attraversare un tempo turbolento
9 marzo 2020: l’Italia entra in lockdown.
Due anni dopo abbiamo faticato
a ricordarcene, perché siamo alle prese con una nuova emergenza
globale: la guerra in Ucraina.
Di nuovo! Di nuovo viene dichiarato lo stato di emergenza, umanitario
questa volta.
Di nuovo ci ritroviamo a guardare telegiornali monotematici
trasmessi 24 ore su 24. Di nuovo siamo alle prese con la sensazione di
una minaccia incombente, potenzialmente catastrofica. Sconosciuta e
invisibile quella del 2020, ben più familiare quella di oggi, con il ritorno
dell’incubo nucleare che aveva segnato i decenni della guerra fredda. È una
minaccia potente, perché si insinua in ogni momento della vita quotidiana,
attacca l’economia, le prospettive di lavoro, lo standard di vita e le abitudini
di consumo, scardinando quella normalità che ci rassicura. La nostra
vita deve cambiare per forza e questo ci spaventa, ci fa sentire in balia di
forze incontrollabili, ci rende precari.
Ma forse la ripetizione di questo copione, pur non desiderata, può rappresentare
una risorsa. Quello che abbiamo capito attraversando gli
ultimi due anni ci può aiutare a mettere in una diversa prospettiva
quanto stiamo vivendo adesso. Tre punti in particolare emergono.
[Continua]
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