Contro i fondamentalismi, tornare ai fondamenti
Una teologa protestante e una teologa musulmana, prima donna a
ricoprire il ruolo di imam in Francia, s’incontrano. A partire da un libro
appena pubblicato dalla seconda, prende vita un dialogo a tutto campo.
Comincia con il rapporto tra la religione come vissuto intimo, profondamente
personale, e come esperienza comunitaria, sociale e anche
istituzionale. Il confronto passa poi a considerare il rapporto tra religione
e politica, e alcuni nodi cruciali del nostro tempo, come il fondamentalismo
e la questione delle differenze e del ruolo delle donne. Infine, lo
scambio si sofferma sul significato della spiritualità e sull’importanza
della mistica come spinta incessante a scavare sempre più in profondità
nella propria esperienza religiosa, superando la superficialità del materialismo
e scoprendo risonanze che accomunano le diverse tradizioni.
Si
tratta di un dialogo ancorato sia al contesto socioculturale francese, sia
alla traiettoria personale delle due protagoniste. Altre voci in altri luoghi
esplorerebbero ulteriori dimensioni e sottolineerebbero aspetti diversi.
Questo non rende meno stimolante mettersi in ascolto delle voci di
queste due donne, che si misurano con tensioni che percorrono l’intera
storia delle religioni monoteistiche e che ogni epoca deve mantenere in
un equilibrio dinamico e mai definitivo.
Ma soprattutto dalle loro parole
traspare l’atteggiamento di fondo indispensabile a ogni autentico dialogo,
in particolare interreligioso: il coraggio di continuare a interrogarsi,
senza chiudere le domande con risposte preconfezionate, e la spinta ad
andare al di là e in profondità, attirati da una Alterità che trascende ogni
umano costrutto.
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