Anche la rabbia può costruire il futuro. La prospettiva di Martha Nussbaum
La rabbia, secondo la filosofa statunitense Martha Nussbaum, è portatrice di valori positivi se, dopo il riconoscimento di un’ingiustizia subita a livello sia personale sia sociale, ci si adopera per rimuoverla cercando il bene. L’indagine nel campo delle emozioni ne rivela ancora una volta l’imprescindibilità.
In
Inside out, un noto film di animazione del 2015, gli spettatori hanno imparato a conoscere e amare alcuni protagonisti del tutto inattesi e improbabili: Gioia, Rabbia, Paura, Tristezza e Disgusto, ossia le emozioni provate da Riley, una ragazzina di undici anni costretta a cambiare città a causa del nuovo lavoro del padre. Il grande successo riscosso dalla pellicola non è dovuto solo alla sua qualità, ma anche alla sua attualità, dato che affronta un tema che si sta imponendo sempre più a livello generale: il rilievo che hanno le emozioni nelle piccole e grandi scelte che facciamo nella nostra vita personale e in quella pubblica, come ad esempio il cosiddetto “voto di pancia” spesso evocato nei dibattiti politici recenti.
Di fronte a questi fenomeni sarebbe erroneo stigmatizzare le emozioni, considerandole quasi moti irrazionali, bestiali, perché vi è in gioco qualcosa di ben più profondo. Ne è ben cosciente la filosofa statunitense Martha Nussbaum, che da tempo si occupa delle emozioni. Dopo il corposo volume apparso nel 2001, Upheavals of Thought: The Intelligence of Emotions (in italiano L’intelligenza delle emozioni, il Mulino, Bologna 2004), la Nussbaum è tornata a scrivere su questo tema nel suo recente libro Rabbia e perdono (Il Mulino 2017), che ci offre lo spunto per soffermarci su due dimensioni essenziali da sviscerare per vivere in modo più giusto oggi in società: la rabbia costruttiva e il perdono riparatore.
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