Aggiorniamo Aggiornamenti Sociali!

Fascicolo: gennaio 2021

«Aggiornamenti Sociali è cambiata!»: immagino che sia questa la prima impressione di ciascuno di voi nel momento in cui riceve e apre questo numero della Rivista. Anche se è strano scriverlo, questo cambiamento è un effetto collaterale della pandemia. Già nella scorsa primavera, durante il lockdown, nell’editoriale del numero di aprile abbiamo cominciato a scrivere che «In questa crisi, come in ogni altra, è il futuro che ci viene incontro nella forma dell’esigenza del cambiamento»; successivamente più volte i contributi che abbiamo pubblicato hanno evidenziato il rischio che correremmo se la ripartenza si risolvesse in un ritorno allo status quo ante, che pure è tra i desideri di molti.

Il primo passo del rinnovamento

Non è stato difficile renderci conto che una fase della rivista è finita e che quindi l’esigenza del cambiamento investe anche Aggiornamenti Sociali. La riforma della grafica e della struttura è un primo passo di questo processo di rinnovamento, non un punto di arrivo. La situazione in cui ci troviamo impone un cambiamento dei contenuti, e questo richiede di predisporre una forma che consenta di esprimere in modo adeguato quello che in questi mesi abbiamo messo a fuoco. In particolare ci siamo resi conto di aver bisogno di un “contenitore” più flessibile, meno strutturato, aperto soprattutto alla possibilità di nuove sperimentazioni e interazioni. Adesso, come redazione ma anche come lettori, si apre il tempo in cui imparare a usare tutte le potenzialità di questo nuovo spazio, mettendo progressivamente in pratica le intuizioni dei mesi scorsi e soprattutto facendo attenzione a quelle che continueranno a nascere di fronte a ulteriori sollecitazioni. In questa nuova stagione, dovrà e potrà crescere la sinergia tra rivista cartacea, sito e social media, così come la connessione con il lavoro di think tank e di centro di formazione che tanto è cresciuto in questi anni, alimentando relazioni, dialogo, costruzione di percorsi condivisi: Aggiornamenti Sociali non è mai stata solo una rivista, e lo è sempre di meno!

Certo questo non vuol dire stravolgere tutto: gli elementi di continuità non sono meno evidenti delle novità. La fecondità di processi di rinnovamento e ripartenze è legata anche alle profondità delle loro radici; quelle di Aggiornamenti Sociali lo sono, e non intendiamo disperderle: dalla passione per la giustizia del Vangelo e quindi per l’esplorazione della ricchezza del messaggio biblico, all’ispirazione che viene dal tesoro (spesso nascosto) della dottrina sociale della Chiesa; dall’attenzione al mondo del lavoro e a quanti lo animano a partire dalla fede al cammino del cattolicesimo democratico; da un approccio da sempre multidisciplinare alla competenza della Redazione nel rendere i contenuti accessibili anche ai non specialisti.

La pandemia ha accelerato molti processi, tra cui la riflessione sul nostro strumento, spingendoci a mettere da parte ciò che continuavamo a fare per inerzia per seguire intuizioni che prima rimanevano un po’ fluttuanti nell’aria, senza una concretizzazione. L’obiettivo è che risultino sempre più evidenti i fondamenti del nostro modo di “fare la Rivista” e la loro fecondità anche nel mondo del coronavirus e del dopo-coronavirus.

1. Gli assi portanti del progetto

I lettori che da più tempo ci seguono non avranno mancato di notare lo sforzo che la Rivista ha fatto per approfondire gli stimoli del magistero di papa Francesco, privilegiando i contenuti rispetto agli aspetti della sua figura già molto mediatizzati.

a) L’ecologia integrale

In particolare l’enciclica Laudato si’ (2015) ha riconfigurato le nostre categorie di comprensione della realtà, spingendoci ad adottare l’ecologia integrale come prospettiva e come metodo. Sia chiaro, intendendola fin da subito non nel significato generico e spesso superficiale di una qualche preoccupazione “verde”, ma in quello ben più profondo di approccio a tutti i sistemi complessi la cui comprensione richiede di mettere in primo piano la relazione delle singole parti tra loro e con il tutto.

In questi cinque anni la LS ha cambiato il nostro sguardo sulla realtà, stimolandoci a fare attenzione a dimensioni e connessioni tra fenomeni che prima forse nemmeno vedevamo, e spingendoci a intraprendere nuovi percorsi o a cambiare il modo di fare le cose. Insieme al percorso del Sinodo sui giovani, ha favorito una focalizzazione del discernimento anche in ambito sociale, come strumento che permette di articolare diverse prospettive, compresa quella della fede, a partire da una esperienza dell’interiorità, cioè dalla coscienza, che non è patrimonio esclusivo dei credenti. Su questa base, ed è il terzo contributo dell’enciclica, ha dato nuova enfasi al dialogo come strumento per affrontare le questioni controverse includendo il punto di vista di tutte le parti. La più recente enciclica Fratelli tutti, pubblicata a inizio ottobre 2020, non ha fatto che ribadire questi nuclei, declinando il tema della connessione tra tutti nella chiave della fraternità e dell’amicizia sociale, e soprattutto identificando nel servizio alla fraternità un contributo specifico dei credenti di tutte le religioni al bene comune dell’umanità.

Quando è autentico, il dialogo è una valorizzazione del pluralismo, anche religioso, perché non può fare a meno della diversità: dialogare infatti significa credere fino in fondo alla forza della verità, ma riconoscendo la sua natura di relazione, il che esige la disponibilità a lasciarsi cambiare dall’incontro con l’altro. Altrimenti il dialogo si riduce alla costruzione di bolle di filtraggio, di reti impermeabili al cui interno circola sempre e solo la stessa opinione, fino a che la verità si confonde con l’ennesima fake news. Come Rivista ci sentiamo chiamati a entrare sempre di più in questa logica di un dialogo costruttivo, anche attraverso quello che proponiamo sulle nostre pagine.

b) La voce di chi è “scartato”

Infine, quando si adotta il dialogo non come tattica di marketing o strumento di manipolazione per carpire il consenso ed esercitare un potere, nasce la preoccupazione perché esso includa anche chi ha la voce più flebile e non riesce a farsi sentire. Ma non per questo il suo punto di vista è meno rilevante, anzi, spesso ha un contributo originale da offrire che altrimenti rischia di andare perduto. È il mandato che papa Francesco ha assegnato ad Aggiornamenti Sociali, quando, poco più di un anno fa, ci ha incontrati per celebrare i 70 anni della Rivista: «Tra i punti forti di Aggiornamenti Sociali c’è anche quello di dare spazio alla prospettiva di coloro che sono “scartati”. Continuate a stare con loro, ascoltateli, accompagnateli perché sia la loro voce a parlare. Anche chi fa ricerca e riflette sulle questioni sociali è chiamato ad avere un cuore di pastore che odora di pecore». Riportiamo quelle parole tutti i mesi nella pagina della gerenza per ribadire la nostra determinazione a provarci. Certo, nel modo in cui è possibile a una realtà come la nostra. In prima battuta questo ci impegna a proseguire la riflessione sui linguaggi da utilizzare, su queste pagine come sugli altri canali comunicativi, digitali e non solo, su cui siamo presenti, scoprendo come valorizzare in modo costruttivo le opportunità di partecipazione che ci offrono. L’obiettivo resta costruire un insieme sempre più integrato e coerente, capace di declinare in forme diverse un progetto culturale e formativo più ampio e di partecipare allo sforzo di elaborare una cultura in cui “siamo tutti sulla stessa barca” non è solo uno slogan a buon mercato, ma diventa davvero il principio ispiratore delle scelte personali e collettive. Anche quando è scomodo, anche quando significa attraversare opposizioni e conflitti.

c) Il posto della fede nella società aperta

Rientra qui in gioco la fede, intesa come fiducia fondamentale nella bontà del mondo da cui nasce il coraggio di affrontare il futuro, prima di qualunque specificazione confessionale. Senza questa fede, non è possibile dare basi solide al legame sociale e la collettività si trasforma in una folla anonima di individui impauriti, impegnati costantemente a difendersi da tutti gli altri. Solo la fede, nel senso sopra ricordato, ci tira fuori da questa dinamica. In questo senso, oggi anche la democrazia è questione di fede: senza di essa lo spazio pubblico si converte nel territorio di incessanti controversie legali. I credenti, coloro che fanno esperienza dell’incontro con la trascendenza che li chiama all’estasi, cioè a uscire da se stessi «per cercare il bene degli altri, fino a dare la vita» (papa Francesco, esortazione apostolica Christus vivit, 2019, n. 163), non possono non avere un ruolo peculiare nel coltivare e promuovere la fiducia fondamentale a vantaggio dell’intera collettività. Per questo come Rivista sentiamo l’importanza di continuare a rintracciare e promuovere la fede, anche nelle pratiche sociali, come disponibilità a mettere in gioco la propria esistenza, sul fondamento della speranza ma senza alcuna garanzia.

La società a cui i credenti sono chiamati a partecipare oggi è molto diversa da quella che abbiamo conosciuto per la maggior parte della storia di Aggiornamenti Sociali, quando il processo di secolarizzazione postulava frizioni e difficili equilibri tra credenti e non credenti, all’interno di un pluralismo sociale tutto sommato limitato. Oggi invece questo pluralismo, culturale e religioso, è cresciuto in modo esponenziale, e così le diversità, che non hanno più bisogno di legittimare la propria esistenza. Questo apre inediti spazi di confronto e di dialogo, visibilizzati anche dall’eco che in contesti tradizionalmente secolarizzati ottengono le encicliche sociali di papa Francesco, non a caso indirizzate «a tutti» e non solo ai membri della Chiesa. Queste opportunità vanno colte, non per coltivare velleitarie nostalgie di cristianità, ma per trovare il linguaggio giusto per favorire l’accesso delle donne e degli uomini del nostro tempo alla dimensione spirituale e contemplativa della propria vita e del proprio impegno, al di là delle appartenenze confessionali o ideali. Per questo continueremo a proporre iniziative di formazione alla spiritualità dell’impegno sociale e politico, del ruolo di imprenditore o di manager, con un’attenzione speciale alle risorse della tradizione ignaziana, a partire dal discernimento, esplorandone la fecondità anche in ambiti inediti. La laicità non cessa di essere uno dei valori fondanti della nostra azione, ma le mutate circostanze ci invitano a darne nuove declinazioni.

2. E quindi, nelle prossime pagine…

Questi assi portanti non sono certo una novità. Il lavoro di questi anni, portato avanti in particolare con gli editoriali, è stato soprattutto di sperimentarne continuamente nuove articolazioni, esplorandone la capacità generativa. Ma non può più essere un esercizio solo del direttore, la stessa dinamica deve investire l’intera Rivista, trasformando ogni articolo – almeno nei nostri desideri – in un autentico esercizio di lettura dei fenomeni sociali alla luce di una prospettiva ispirativa, non solo una raccolta ordinata di informazioni, per quanto serie e affidabili. È ovvio che arrivare a questo traguardo richiederà del tempo e molti esperimenti. Contiamo quindi sulla comprensione, ma anche sulla collaborazione dei nostri lettori.

Il primo, che in realtà è già cominciato da alcuni mesi, è il tentativo di tradurre su carta l’intuizione della necessità di un approccio dialogico. Lo abbiamo scritto più volte: il futuro comune va pensato insieme. E vogliamo che questo si veda anche sulle nostre pagine: nascono così gli “articoli dialogati”, che sono ormai una costante di ogni numero, in cui chiediamo a più voci un intervento più breve, come risposta a una nostra sollecitazione. Questo scambio, mediato dalle nostre pagine – per lo più gli Autori non si incontrano, ma lavorano separatamente – richiede a ciascuno la disponibilità a mettersi in gioco, a limitare la propria parola per lasciare spazio a quella degli altri, a entrare in una dinamica il cui risultato finale dipende anche dal contributo degli altri, sfuggendo al suo controllo. Ma è proprio questo che si rivela fecondo per i lettori, a cui viene offerto un incrocio di prospettive che nessuno da solo può garantire: agli antipodi dei circuiti chiusi delle bolle di filtraggio!

Intendiamo provare a inserire una dinamica simile anche nella sezione finale, dedicata alle recensioni, in cui cercheremo di articolare l’approccio a tematiche di attualità nelle diverse forme di produzione culturale, con una attenzione ancora più spinta alla varietà dei supporti e dei linguaggi (saggi, narrativa, film, produzioni televisive, graphic novel, mostre, ecc.). L’attenzione alla varietà dei linguaggi ci ha condotto anche ad aumentare le pagine in cui proviamo a trattare un tema usando le immagini oltre alle parole, contribuendo così a rendere le nostre pagine sempre più colorate.

Lascio a ciascuno di scoprire le altre novità, e quelle che speriamo di introdurre man mano che diventeremo più bravi a sfruttare le potenzialità dello strumento rinnovato. In conclusione non posso non ribadire che l’aggiornamento, che della nostra Rivista esprime l’identità, è un programma, un modo di essere, certo non un passaggio compiuto una volta per tutte. Anch’esso è un cammino da percorrere insieme: insieme come Redazione, insieme con il Comitato di consulenza scientifica e i Gruppi di esperti che ci aiutano a rimanere attenti alla realtà – colgo qui l’occasione per ringraziarli tutti –, insieme con i nostri lettori e con i sempre più numerosi partner con cui portiamo avanti le iniziative in cui siamo coinvolti. A tutti chiediamo un rimando, e la disponibilità a dialogare: solo insieme potremo scoprire e costruire legami nel mondo che cambia.

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