Afghanistan: liberato il gesuita indiano rapito otto mesi fa

Il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati (Jrs) ha comunicato ieri la notizia della liberazione di padre Alexis Prem Kumar, rapito in Afghanistan oltre otto mesi fa, esprimendo «immensa gratitudine» al governo indiano per il ruolo svolto nelle trattative.

«Gli ultimi otto mesi sono stati per noi amici e colleghi, ma soprattutto per i familiari di padre Prem, un lungo e probante periodo di terribile incertezza - racconta padre Peter Balleis, direttore del JRS International -. Non potete immaginare il nostro sollievo nell'apprendere del suo rientro a casa, sano e salvo. Siamo consapevoli degli sforzi indefessi esperiti a più livelli per conseguire la sua liberazione e siamo grati per la consolazione dataci dal sostegno e dalle preghiere di un numero incalcolabile di amici, non ultimi i bambini della scuola da cui il padre era stato rapito».

Il gesuita era stato rapito il 2 giugno 2014 nell'Afghanistan occidentale da un gruppo di uomini non meglio identificati, mentre era in visita a una scuola per rifugiati rientrati in patria sostenuta dal JRS, in un insediamento a 34 chilometri da Herat. Il 47enne sacerdote gesuita, originario dello Stato indiano del Tamil Nadu, stava per rientrare a Herat quando è stato fermato e costretto sotto minaccia di armi da fuoco a salire su un veicolo di uomini armati.

Il Jrs è attivo in Afghanistan fin dal 2005. Pur nei difficili mesi della prigionia di padre Prem, non ha mai smesso di portare avanti i propri programmi nel Paese, intendendo comunque assicurare agli studenti afghani che non venisse loro meno l'accesso a un'educazione di qualità.

«Il nostro ruolo in Afghanistan è quello di aiutare le persone sfollate e le comunità ospitanti - assicura il gesuita Stan Fernandes, direttore regionale del Jrs in Asia Meridionale - offrendo loro possibilità educative e di formazione professionale, cosicché possano rifarsi una vita sia individualmente che a livello comunitario. Siamo stati al fianco degli afghani ben prima del rapimento di padre Prem, e continueremo ad accompagnarli in ogni modo possibile».

Padre Fernandes ha concluso: «In questo momento è nostra cura occuparci delle condizioni psicofisiche di padre Prem. Noi tutti del Jrs faremo quanto in nostro potere perché gli siano assicurati dalla famiglia, dai confratelli della Compagnia di Gesù, e dai molti amici e colleghi ogni attenzione e sostegno».


23/02/2015
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