Viva la Costituzione. Le parole e i protagonisti. Perché i nostri valori non rimangano solo sulla Carta

Il nuovo anno scolastico porterà il ritorno dell’educazione civica fra le materie scolastiche obbligatorie. Se il progetto è lodevole, resta aperta la questione sul modo più efficace di trasmettere non solo la conoscenza del dettato costituzionale, ma anche e soprattutto il suo significato per l’Italia di oggi. Probabilmente, molti ricordano volumi scolastici di educazione civica, che avevano la forma di riassunti piuttosto astratti di diritto pubblico, finalizzati a un apprendimento mnemonico e poco coinvolgente. L’A., noto al pubblico per due precedenti libri sul tema del whistleblowing, accetta la sfida di un’educazione civica pensata su basi diverse e si affida alla narrazione per mostrare come i valori costituzionali si incarnino nella vita quotidiana. Mette così in campo venti storie e testimonianze che illustrano il senso di altrettante parole costituzionali: “memoria”, “democrazia”, “lavoro”, ecc. Parlano magistrati come Gherardo Colombo e Piercamillo Davigo, la giornalista Milena Gabanelli, la virologa Ilaria Capua; ma trovano spazio anche le storie dei braccianti vittime del caporalato e quella della maestra di Lodi che nel 2018 si oppose alle direttive del Comune che discriminavano i suoi alunni stranieri.

Questo è il senso del titolo: la Costituzione è “viva”, in quanto c’è chi la fa vivere con le proprie scelte di ogni giorno. La scelta narrativa si rivela particolarmente efficace, anche per la capacità di mobilitare la dimensione emotiva, una risorsa spesso ignorata dai nostri modelli pedagogici, ma fondamentale se si vuole formare, e non solo informare, i giovani. E per attivare anche l’immaginazione, tramite il meccanismo di identificazione che porta il lettore all’interno della storia, per provocare la domanda «Che cosa avrei fatto io?»; una domanda che, a sua volta, ne suscita un’altra: «Che cosa posso fare io oggi, per rendere viva la Costituzione?».