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Vite scombussolate: i giovani del lockdown

Fascicolo: aprile 2021
Dall’inizio della pandemia, tra lockdown, timide aperture e ritorni indietro, viviamo in uno stato di continua incertezza, con tante restrizioni rispetto alla precedente normalità. Questa situazione quanto pesa sui più giovani?

 

In questi mesi i giovani si sono confrontati con cambiamenti profondi, che hanno inciso sul copione della vita che stavano scrivendo. Sono stati privati di ingredienti essenziali nell’età evolutiva, necessari per imparare a maneggiare la grammatica di base della crescita, come la socializzazione, la possibilità di vivere varie esperienze all’interno delle comunità di appartenenza o di sperimentare la pluralità di stili relazionali ed educativi degli adulti che incontrano. È un tempo di fatica e di sacrificio per loro, come attesta l’aumento degli accessi ai pronti soccorsi psichiatrici e di salute mentale dell’età evolutiva, per problemi soprattutto di ansia, frustrazione, demotivazione, de pressione, autolesività. Ma se vissuto con il giusto atteggiamento, questo periodo può trasformarsi in un’opportunità, come è successo durante il primo lockdown. Potremmo vedere questo tempo come un enorme progetto di responsabilità collettiva promosso su scala globale, dove il sacrificio di ciascuno di noi genere un valore per la comunità allargata, per i soggetti più vulnerabili e deboli. Questo dipende molto dal livello di significazione, di dialogo e di relazione a cui i ragazzi giungono, grazie agli scambi tra loro e con gli adulti a loro fianco.

 

Tra gli ingredienti della crescita più compromessi in questo momento vi sono senz’altro la dimensione della corporeità e l’esperienza del contatto fisico, fondamentali sia per i più piccoli sia per gli adolescenti. Che impatto può avere su di loro questa sorta di congelamento del corpo e delle manifestazioni fisiche nella sfera delle relazioni?

 

Il nostro equilibrio e benessere dipende da una interazione dinamica tra tre dimensioni: mente, corpo e relazioni. In questo tempo, che ha fortemente impoverito le dimensioni del corpo e delle relazioni, tutto passa per la mente, chiamata a essere la principale risorsa per far fronte all’attuale complessità. Tuttavia, se si è nell’età evolutiva, la mente non può svolgere adeguatamente questa funzione, perché è ancora in formazione. E per la “costruzione” della mente è cruciale l’esperienza senso-motoria: esplorare il mondo, toccare, muoversi permettono a un giovane di apprendere quanto c’è fuori di lui, per poi farlo proprio con l’assimilazione e l’accomodazione, come sosteneva lo psicologo svizzero Jean Piaget.

 

In questo momento, la crescita dei bambini e degli adolescenti è decorporeizzata: devono fare tutto tenendo il corpo fermo, recluso, compresso. Le conseguenze sono pesanti, perché viene meno un elemento chiave per la crescita: la dimensione attiva-operativa dell’esplorazione. Non si può esplorare stando fermi. Inoltre, il corpo non è solo un contenitore, ma è un contenuto della crescita, dato che impariamo il mondo attraverso la prossimità fisica e la condivisione dei gesti nel quotidiano. Infine, il corpo è anche un grandissimo regolatore emotivo. Nell’età evolutiva noi siamo molto più emozione che ragione, ma come gestire l’emozione accumulata? Il ruolo svolto dall’attività corporea quale fattore di protezione è fondamentale. Le energie negative, la fatica, lo stress collegato alla crescita sono scaricati in una corsa, in una partita di calcio. Così il giovane trova nel corpo un sostegno insostituibile per rigenerare un sano equilibrio. Come società non siamo stati sufficientemente attenti a questi aspetti. Avremmo potuto ricorrere di più alle potenzialità offerte dall’outdoor education, una opzione compatibile con le precauzioni oggi necessarie, perché utilizza i luoghi all’aperto come spazi di vita, apprendimento ed esplorazione. Ma, a causa della velocità con cui si è dovuto far fronte alla pandemia, si è adottata la soluzione più facile di immobilizzare il corpo nello spazio ristretto dello schermo, che obbliga a stare fermi e impoverisce la multidimensionalità. Questa scelta è stata penalizzante [continua]

 

 

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