Untitled
La città chiude gli occhi, non sente, non vuole conoscere ciò che si muove sotto la sua pelle, quanto fuori, sotto casa, è malessere. I margini della società, un concetto chiaro a tutti, che definisce luoghi, persone, atteggiamenti ben precisi, spazi tragici di metropoli che rinnegano, espellono e collocano ai confini uomini, le cui vite di passaggio, di sottopassaggio, vagano erranti, esiliate dal mondo che transita sopra le loro teste. Un concetto chiaro anche alle Amministrazioni pubbliche che per motivi di sicurezza, ordine pubblico e decoro tendono ad allontanare dalla vista persone non gradite. Sono ormai presenze, senza distinzione né forma, creature prive d’identità, negata dalle fantasie della gente «comune», che normalmente percorre e condivide quelle vie, quei sottopassaggi, durante le ore diurne, ma che di notte li rifiuta e li disdegna, rendendoli luoghi inaccessibili, d’emarginazione e rifugio. La fotografia che presentiamo, come la raccolta Presenze (cfr <www.thomaspagani.com> e <www.miciap.com>) da cui è tratta, vuole dare forma, concretezza a questi spazi al margine, mantenendo il lato suggestivo e quasi onirico che tali luoghi evocano: il fascino dell’abisso, l’inquieto, il disagio e le sue presenze.
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