«Un museo per tutti»: intervista a Christian Greco, direttore dell'Egizio di Torino

Il Museo Egizio è un’istituzione storica e di grande prestigio della città di Torino e uno dei musei più importanti a livello nazionale e internazionale. Negli ultimi anni, sotto la direzione di Christian Greco, le sue sale si sono aperte a svariate iniziative, che spaziano dalla ricerca a mostre di richiamo e a iniziative di carattere più sociale. Quale idea di museo riposa dietro alle varie proposte? In che modo la realtà culturale interagisce con la realtà del territorio? Qual è la sfida più importante per i musei perché possano essere ancora un luogo significativo? Di seguito un passaggio dell'intervista con Christian Greco, a cura di Alberto Ratti, pubblicata integralmente nel numero di gennaio di Aggiornamenti Sociali.


Dott. Greco, a suo parere, come si possono rendere vive istituzioni così importanti, che spesso sono avvertite dalla popolazione come statiche e distanti? Come riallacciare il rapporto con il contesto territoriale locale, senza perdere la dimensione nazionale e internazionale, e le dinamiche interculturali in cui si è situati? 

La scelta di mettere al centro la ricerca fa sì che una delle anime, che concorrono a dar forma alla mia idea di museo, sia quella collegata allo studio: guardo, in questo senso, a una delle prime esperienze museali, ovvero al Mouseion di Alessandria, fondato al 280 a.C. circa da Tolomeo Soter. Questa istituzione, connessa alla biblioteca, comprendeva una comunità di studiosi residenti dediti alla disamina, edizione critica e traduzione in greco dei testi conservati nella biblioteca. Fu quindi un luogo di incontro e di insegnamento, diventando il massimo centro culturale del mondo ellenistico. 

Il museo non deve però essere un luogo aperto solo agli studiosi, la ricerca è la conditio sine qua non perché si realizzi una comunicazione informata e puntuale, ma certo non basta. Il museo deve aprirsi a tutti, e deve anche presentarsi alla città come parte integrante della polis: il Museo Egizio non custodisce solo una collezione proveniente da un Paese lontano e da una civiltà del passato, l’Egizio è un pezzo di storia della città di Torino. I suoi oggetti non raccontano solo la storia della civiltà egizia ma anche quella dei Savoia che vollero acquistare la collezione, raccontano le avventure archeologiche di cui furono protagonisti i precedenti direttori di questo Museo. È insomma un pezzo della città che parla alla stessa raccontando non una, ma molte storie. 

Il particolare momento storico che attraversiamo ha fatto sì che da tempo il Museo Egizio, oltre a svolgere l’imprescindibile attività di studio, valorizzazione e conservazione di un patrimonio collettivo, senta la responsabilità di essere vissuto anche come luogo di confronto e dialogo. In epoca di migrazioni, il dialogo interculturale è sentito come una priorità da promuovere e sostenere. Ed è proprio partendo da questa volontà, che il Museo ha deciso di aprire nuovamente le sue porte per essere vissuto da tutti come motore di inclusione sociale. L’Egizio si propone come luogo di aggregazione, in cui la cultura possa essere un linguaggio universale che favorisce l’abbattimento delle barriere culturali. 

Muovendoci in questa direzione, abbiamo dato avvio ad alcuni progetti rivolti alla cittadinanza perché tutti possano fruire della splendida collezione che custodiamo. Penso, solo per citarne alcuni, al “Museo fuori dal Museo”, che nasce dall’impegno di rendere accessibili i contenuti delle collezioni dell’Egizio anche a coloro che non possono recarsi in via Accademia delle Scienze per visitare il Museo. Per queste realtà (ospedali, carceri, scuole, università) viene sviluppato un percorso didattico ad hoc, finalizzato alla divulgazione e al coinvolgimento di nuovi pubblici. Si crea così un canale di accesso che permette di fruire in modo attivo della collezione da parte di diverse categorie di utenti. Posso ancora citare “Io sono benvenuto”, che in occasione della Giornata mondiale dei rifugiati apre le porte gratuitamente a chiunque voglia condividere una serata all’insegna della scoperta dell’antico Egitto. In questa occasione è predisposto un Welcome Wall, un muro in cui chiediamo ai visitatori di lasciare messaggi di apertura e dialogo. 

Un’ulteriore iniziativa è il “Mio Museo Egizio”, in collaborazione con l’Associazione MIC (Mondi In Città ONLUS) di Torino, attraverso la quale intendiamo promuovere l’integrazione delle donne immigrate dall’Egitto e dal Nord Africa nella vita e nella società cittadine. A partire da novembre 2016, undici donne hanno preso parte a un corso di formazione di dieci lezioni nelle sale museali per approfondire temi legati alla vita quotidiana nell’antico Egitto e per acquisire le conoscenze di base per condurre brevi visite guidate tematiche. Le signore ora guidano gruppi in Museo in occasione di particolari eventi. 



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14 gennaio 2019
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