Ucraina, la crisi non è finita
Mentre l’attenzione mediatica sulla crisi Ucraina sta progressivamente scemando, sul terreno la tensione pare non affievolirsi. A dispetto degli annunci, la Russia non ha infatti ritirato le proprie truppe ammassate da settimane ai confini con l’Ucraina. Preoccupati per la minaccia, gli Stati Uniti hanno iniziato a inviare forniture militari a Kiev. Polonia e Romania hanno poi chiesto alla Nato di potenziare l’apparato difensivo, temendo una possibile minaccia russa.
Ma, al di là dell’escalation militare, Mosca mantiene una forte pressione politica ed economica su Kiev. La Duma (il parlamento russo) ha approvato una legge per dare la cittadinanza ai russofoni nell’ex Urss. Un provvedimento legislativo che chiaramente strizza l’occhio alle popolazioni che vivono nelle regioni orientali dell’Ucraina. Il 1° aprile Gazprom, il colosso energetico russo, ha poi aumentato del 44% il prezzo del gas fornito all’Ucraina (da 120 a 380 dollari per mille metri cubi). Kiev, alle prese con una dura crisi finanziaria, ha rialzato a sua volta del 10% le tariffe per il transito del gas sul proprio territorio. La crisi è quindi tutt’altro che risolta.
Per approfondire il tema:
David Nazar, Ucraina: una voce dal cuore di piazza Maidan, Aggiornamenti Sociali, n. 4/ 2014
03/04/2014
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