ArticoloVerso le europee

Tempi maturi per la riforma dei Trattati? La proposta del Parlamento europeo

Fascicolo: marzo 2024

Il Consiglio europeo del 21-22 marzo 2024 avrà probabilmente tra i punti all’ordine del giorno un tema di estrema rilevanza per il futuro dell’Unione Europea (UE): la revisione dei Trattati europei. Il lungo e articolato processo per giungere a questo traguardo è stato messo in moto dal Parlamento europeo il 22 novembre 2023 con l’approvazione di una risoluzione che propone un progetto dettagliato di riforma dell’Unione, volto a rafforzarne le competenze e a modificarne l’attuale equilibrio istituzionale. Si tratta di un passaggio ritenuto da più parti essenziale alla luce degli avvenimenti degli ultimi anni, in particolare con la pandemia e le questioni di politica estera, e della prospettiva di un prossimo ingresso di altri Paesi nell’Unione.

Una decisione a lungo rinviata

Il processo di integrazione europea si è sviluppato per oltre settant’anni attraverso numerose riforme dei Trattati (cfr riquadro a p. 175). Questi svolgono la funzione di Carta costituzionale per l’UE: ne affermano i valori fondanti, ne definiscono gli obiettivi e le competenze, tutelano i diritti fondamentali e prevedono le regole di funzionamento delle sue istituzioni.
L’ultima riforma globale della UE è avvenuta nel 2009 con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, che tra le numerose modifiche introdotte ha anche codificato la procedura ordinaria da seguire per le successive revisioni dei Trattati (art. 48 TUE). L’iniziativa può essere presa dal Parlamento europeo, dalla Commissione o da uno Stato membro, con la presentazione di un progetto di modifica. La decisione se procedere o meno compete al Consiglio europeo, che può autorizzare a maggioranza semplice la convocazione di una Convenzione – composta da rappresentati dei Governi, della Commissione, dei Parlamenti nazionali e del Parlamento europeo – per discutere le modifiche da apportare ai Trattati. Il progetto di modifica approvato per consenso dalla Convenzione fungerà da base per i lavori di una conferenza intergovernativa composta solo dai Governi nazionali, i quali dovranno esprimersi all’unanimità sul testo finale del trattato di revisione. Quest’ultimo dovrà quindi essere ratificato da tutti gli Stati membri secondo le loro procedure costituzionali interne. [continua]

 

 

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