In Sudan è in atto una delle peggiori crisi umanitarie di questi tempi,
eppure la politica internazionale e i media sembrano averla dimenticata.
Ci può fare un quadro della situazione?
I numeri parlano chiaro: su una popolazione stimata di circa cinquanta milioni
di abitanti, si contano dodici milioni di sfollati, dei quali almeno due
avrebbero lasciato il Sudan, la maggior parte diretti verso Ciad, Sudan del
Sud ed Egitto. Altre statistiche riferiscono di ventiquattro milioni circa di
persone in stato di insicurezza alimentare acuta e di altri otto già in emergenza
fame, con forte rischio di esposizione a malattie come colera e poliomielite.
È la più grande crisi umanitaria attualmente in corso nel mondo.
La situazione ha cominciato a precipitare il 15 aprile 2023, quando nella
capitale Khartoum sono cominciati gli scontri tra l’esercito regolare sudanese
e le Rapid Support Forces (RSF), una forza paramilitare costituita nel 2013
dall’ex presidente al-Bashīr e posta direttamente al suo servizio. Gli scontri si sono poi allargati molto rapidamente in tutto il Darfur, la parte occidentale
del Paese, e piano piano nelle città più importanti, come El Obeid e Wad
Madani. Il Paese oggi appare spaccato, con la zona nordorientale controllata
dall’esercito regolare, che ha spostato la capitale a Port Sudan, sul
Mar Rosso, e il resto, incluse Khartoum, le altre città principali e il Darfur,
in cui infuriano ancora i combattimenti. Nella zona controllata dall’esercito
la vita continua con una certa normalità, e anche le parrocchie riescono in
qualche modo a portare avanti le loro attività, pur subendo indirettamente le
conseguenze del conflitto. Nelle zone contese, invece, soprattutto dall’inizio
del 2025, l’esercito ha intensificato bombardamenti e attacchi,
mettendo a segno alcuni successi, fra cui la riconquista l’11 gennaio dell’importante
nodo strategico di Wad Madani, e la ripresa del controllo di buona
parte della capitale Khartoum. Le RSF sono state sospinte verso il Darfur,
dove sono nate e hanno operato per molti anni. [continua]
Ti interessa continuare a leggere questo articolo? Se sei abbonato inserisci le tue credenziali oppure
abbonati per sostenere Aggiornamenti Sociali