L’ormai celebre ordinanza del sindaco di Como contro i senza dimora e i volontari che li assistono è il seguito delle iniziative assunte l’estate scorsa dalla nuova amministrazione contro i richiedenti asilo, che pure circolavano in città e ricevevano assistenza da volontari e religiosi. Anche allora era in gioco il decoro del centro urbano, la reazione contro persone considerate portatrici di degrado, nonché la domanda di ordine da parte dei cittadini-elettori.
La lezione è interessante: quando si cominciano a vedere i più deboli come una minaccia da cui difendersi, la repressione prende di mira dapprima gli stranieri senza diritti, poi gli italiani più fragili, quindi sarà il turno di altri un po’ meno poveri. Fa riflettere anche il legame esplicito con il Natale e con le richieste dei commercianti locali: la trasformazione della festa dell’accoglienza e della solidarietà in festa del consumo e del commercio non potrebbe essere più esplicita.
La questione però non è solo locale. Come ha documentato l’agenzia di stampa Redattore Sociale, su 111 capoluoghi di provincia sono 220 le cosiddette ordinanze anti-degrado emanate dai sindaci sulla base del decreto sicurezza del ministro dell'Interno Minniti. Tra di esse 7 colpiscono i senza dimora, tra le quali ben 3 riguardano capoluoghi della Lombardia. La regione più ricca e innovativa d’Italia è anche quella più schierata contro gli ultimi.
Queste misure possono essere definite politiche locali di esclusione: politiche eminentemente simboliche, probabilmente con limitati effetti pratici, ma non di meno incisive sul piano culturale. Tracciano i confini della comunità legittima, dividendo “noi” e “loro”. Rassicurano i cittadini-elettori circa la priorità dei loro interessi e bisogni su quelli dei non-cittadini. Presentano le autorità locali come custodi dell’ordine e del decoro urbano, in un’accezione molto ampia ed elastica della sicurezza.
Non siamo lontani dall’ancien régime, quando i poveri erano assimilati ai malfattori, spesso cacciati e perseguitati come “inutili al mondo”. La novità è che ora vengono colpiti anche i volontari che li assistono, mentre una volta erano ben visti. Come messaggio natalizio, non trasmette molta allegria.