- Luc Carton, Democrazia: quali anticorpi contro la logica tribale?, intervista a cura di Simon-Pierre de Montpellier
- Cesare Sposetti SJ, I giovani in politica, una partecipazione non convenzionale
Le istituzioni democratiche odierne, quelle che sono presenti nei Paesi occidentali e che conosciamo da vicino come cittadini, sono da tempo rimesse in discussione in modo profondo, al punto che siamo entrati in una fase, i cui esiti sono ancora aperti e in divenire, di una loro ridefinizione e di ricerca di forme nuove da affiancare all’esistente.
Sappiamo bene che alcuni capisaldi del passato, in particolare per quanto riguarda le modalità e i luoghi della partecipazione alla vita democratica, hanno perso pregnanza e non sono più in grado di parlare a tutti. A tal riguardo è sufficiente richiamare due elementi, tra loro strettamente connessi, presenti nel nostro Paese così come in altre democrazie a noi vicine: da un lato, l’astensionismo in continua crescita nelle tornate elettorali; dall’altro, la constatazione che i cittadini sono sempre più restii a impegnarsi in prima persona nella vita politica. Pur essendo fenomeni che non sono sempre di facile interpretazione, in particolare quello dell’astensionismo, si può convenire su una considerazione di fondo: esiste da tempo – e si sta progressivamente approfondendo – una certa freddezza da parte di numerosi cittadini nei confronti dei circuiti della democrazia, che sempre più raramente sono in grado di appassionare e suscitare il desiderio di impegnarsi, o anche solo far balenare la considerazione che prendervi parte può essere razionalmente conveniente.
Continuiamo a riflettere su questo tema, pubblicando l’intervista realizzata da Simon-Pierre de Montpellier, direttore della rivista belga En question, al filosofo Luc Carton. Lo spunto iniziale è dato da una recente inchiesta realizzata tra i cittadini belgi a proposito della democrazia. Le risposte date dagli intervistati offrono un quadro interessante, in cui il desiderio di una leadership forte si mescola al richiamo continuo alla tradizione, associato alla difesa dell’omogeneità culturale, religiosa ed etnica, e la diffidenza verso ogni apporto straniero. In modo sintetico, si riconosce un ritorno alla dimensione “tribale” della società, che solleva numerosi interrogativi sulle ragioni di questo slittamento e, proprio per questo, stimola alla ricerca di vie possibili per rivitalizzare la democrazia. Un’altra prospettiva ci è proposta invece da Cesare Sposetti SJ, della nostra Redazione, in cui l’attenzione si concentra soprattutto sulle nuove forme di partecipazione politica dei giovani, in cui si incrociano elementi più tradizionali e altri più innovativi, in modalità diverse e sperimentali.
Entrambi i contributi ci sollecitano a collocare la riflessione sulla democrazia in una dimensione molto concreta. Vi è il riconoscimento – oggi non scontato e tanto meno unanime – di un patrimonio di valori e di istituzioni che abbiamo ricevuto e che si ritiene essenziale non disperdere per far salva la vita insieme. Ma questo non è sufficiente se non vi è anche il tentativo di porci dalla parte di chi oggi fatica a vivere la dimensione della partecipazione e dell’impegno, capendone le ragioni, che possono essere dovute sia a obiezioni di ordine teorico sia a motivazioni più pratiche (come nel caso, ad esempio, di disporre del tempo necessario in una routine quotidiana già sovraccarica). Prendere atto dei punti di frattura che si sono consumati tra rappresentati e rappresentanti, delle debolezze e incoerenze che, a torto o a ragione, sono addebitate alle istituzioni democratiche, è allora un punto di partenza, senza pensare che si tratti necessariamente di ostacoli da rimuovere o problemi da risolvere. Potrebbero infatti essere l’espressione, alle volte ancora in una forma incerta, di richieste ed esigenze nuove, il punto di avvio di sviluppi che potrebbero rivelarsi promettenti. Si tratta piuttosto di pensare alla democrazia come all’evangelico tesoro dello scriba, dal quale è possibile ancora oggi tirare fuori cose nuove e cose antiche (cfr Matteo 13,51-52), riconoscendo il valore della tradizione e aprendosi, nel contempo, alla novità.
- Democrazia: quali anticorpi contro la logica tribale?, Luc Carton, Docente di Filosofia, Università cattolica di Lovanio, intervista a cura di Simon-Pierre de Montpellier, Direttore di En question
- I giovani in politica, una partecipazione non convenzionale, Cesare Sposetti SJ, Redattore di Aggiornamenti Sociali
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