Responsabilità di proteggere: una risposta non solo militare

Fascicolo: aprile 2022

Il 3 marzo, una serie di attacchi aerei russi ha raso al suolo un villaggio vicino al confine russo-ucraino. Non si è trattato, nel linguaggio asettico del diritto militare, di “danni collaterali”. Secondo la CNN, non c’era nessuna installazione militare nelle vicinanze, né gli osservatori hanno segnalato in zona unità dell’esercito ucraino come potenziali obiettivi di un legittimo attacco. Come nel caso di Guernica nella guerra civile spagnola (1937), il bombardamento del villaggio è stato un atto di terrore puro e semplice, vietato dal diritto internazionale umanitario. Purtroppo gli attacchi contro obiettivi civili si sono ripetuti, in molti villaggi, sobborghi e città, colpendo edifici residenziali, ospedali e scuole. Come a Grozny, in Cecenia, negli anni ’90, e ad Aleppo, in Siria, nel 2016, la strategia russa, o meglio la strategia di Putin, è sottomettere la popolazione con i bombardamenti.

Alla guerra in Ucraina si può applicare la dottrina internazionale della responsabilità di proteggere (R2P, dall’inglese responsibility to protect) come rimedio a questa barbarie, perché l’Ucraina ha bisogno di aiuto per proteggere i suoi cittadini, ma probabilmente non nel senso dell’intervento militare diretto per salvare i civili minacciati. [Continua]

 

 

Ti interessa continuare a leggere questo articolo? Se sei abbonato inserisci le tue credenziali oppure  abbonati per sostenere Aggiornamenti Sociali

Ultimo numero
Leggi anche...

Rivista

Visualizza

Annate

Sito

Visualizza