È da oggi in libreria - edita da EMI - l'esortazione apostolica postsinodale di papa Francesco, Querida Amazonia
. Il commento introduttivo è affidato a Giacomo Costa, direttore di Aggiornamenti Sociali
e Segretario della Commissione per l’informazione durante il Sinodo per l'Amazzonia svoltosi nell'ottobre 2019. Di seguito anticipiamo la parte iniziale del commento. Per acquistare online l'esortazione: www.emi.it

«La via d’uscita si trova per “traboccamento”» (n. 105). Rende meglio lo spagnolo:
desborde. Non uno straripamento che distrugge, non una goccia che fa tracimare l’acqua dal vaso, ma una sovrabbondanza che feconda: ecco la prospettiva che, nell’esortazione postsinodale
Querida Amazonia, che avete tra le mani, papa Francesco offre a chi cerca «nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale» in Amazzonia.
È questa la strada che Dio ha percorso e continua a percorrere per sconfiggere il peccato. È questa la strada che impariamo da Lui di fronte alla violenza che le molte «Amazzonie» riunite attorno al grande fiume (cfr. n. 45) stanno vivendo: ne è segnale anzitutto il grido dei popoli indigeni, ma anche quello di migranti, contadini, meticci, coloni, di coloro che arrivano nelle grandi città dalla foresta.
E quello della terra: proprio sull’onda dell’assemblea sinodale del 2019, nel discorso all’Associazione internazionale di diritto penale, papa Francesco aveva chiamato ecocidio «la contaminazione massiva dell’aria, delle risorse della terra e dell’acqua, la distruzione su larga scala di flora e fauna, e qualunque azione capace di produrre un disastro ecologico o distruggere un ecosistema», o, in senso più tecnico «la perdita, il danno o la distruzione di ecosistemi di un territorio determinato, in modo che il suo godimento per parte degli abitanti sia stato o possa vedersi severamente pregiudicato». E lo aveva definito un «crimine contro la pace», legato all’impunità di cui spesso gode «la macro-delinquenza delle multinazionali» che è «all’origine di gravi delitti non solo contro la proprietà ma anche contro le persone e l’ambiente».
Di fronte alla violenza travolgente di questo momento storico, papa Francesco intuisce quindi che «l’Amazzonia ci sfida a superare prospettive limitate, soluzioni pragmatiche che rimangono chiuse in aspetti parziali delle grandi questioni, al fine di cercare vie più ampie e coraggiose di inculturazione» (n. 105). Il “nuovo” va quindi inteso in un senso radicale, lo stesso già indicato nell’enciclica
Laudato si’ quando, al n. 112, si parla di conversione ecologica e si invita ad «allargare nuovamente lo sguardo» per costruire un progresso «più sano, più umano, più sociale e più integrale».
Per questo
Querida Amazonia spiazza e delude chi la sfoglia per trovare conferma della propria posizione. Già la
Laudato si’ aveva avvertito: non limitatevi in maniera riduzionistica a cercare una serie di risposte urgenti e parziali. La prospettiva da assumere è «uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità che diano forma ad una resistenza di fronte all’avanzare del paradigma tecnocratico» (LS, n. 111). Per farlo, bisogna ritrovare la capacità di contemplare, di cogliere la realtà come un mistero che non si può dominare, ma con cui tessere profondi legami affettivi e di cura. Querida Amazonia accompagna il lettore in questa direzione, ad esempio citando molte poesie e testi letterari.
È proprio in chiave contemplativa che possiamo meglio comprendere i quattro sogni che papa Francesco consegna ai popoli dell’Amazzonia, a tutti i cristiani e a tutti gli uomini di buona volontà..
Il commento integrale di Giacomo Costa SJ all'esortazione postsinodale di papa Francesco, Querida Amazonia
, è pubblicato nel volume della EMI, da oggi in libreria e su www.emi.it