Quei minori in fuga da tutto (e dimenticati)

Maurizio Ambrosini
Una delle pagine più inquietanti e rimosse della drammatica epopea dell’asilo riguarda il numero crescente di minori stranieri non accompagnati (MSNA) che giungono in Europa: nel 2015 in Italia ne sono arrivati 8.255.  Ne parla un recente rapporto del CNR, redatto da Marco Accorinti. 

Dietro questi viaggi stanno almeno due drammi. Il primo è bellico: se negli anni scorsi i MSNA arrivavano nel nostro Paese soprattutto dall’Egitto, ora i Paesi in cima alla lista sono Eritrea (2.421) e Somalia (935).  Possiamo solo immaginare il dramma delle famiglie: vendono campi e proprietà o s’indebitano, o fanno entrambe le cose,  per mandare almeno un figlio verso una speranza di salvezza. In mancanza di altri canali, lo affidano a passatori che gli fanno attraversare deserti, confini e tratte di mare tra mille pericoli e violenze. Il secondo paradosso attiene alle politiche migratorie: i Paesi avanzati respingono i padri, ma non possono ricacciare indietro i figli che arrivano soli, a meno che non riescano a rintracciare le loro famiglie. 

Questo fenomeno è quindi uno dei vari modi con cui le tragedie e le sperequazioni del mondo bussano alle nostre porte, interrogando le politiche dei Paesi avanzati, Europa in testa. In sintesi, possiamo dire: le nostre norme sono avanzate e all’altezza dei nostri valori di civiltà. La loro attuazione purtroppo non altrettanto. 

I MSNA sono spesso accolti insieme agli adulti, spesso neppure riconosciuti come minori, e non ricevono una protezione adeguata. Quando vengono individuati e tutelati, sono spediti in comunità per minori a cui difficilmente si adattano. Molti fuggono, per lo più attraversano i confini per raggiungere parenti e connazionali all’estero. Una parte purtroppo finisce nelle reti dello sfruttamento. Il loro sogno è di conseguire un’istruzione, oppure di lavorare e mandare a casa dei soldi per le famiglie che si sono sacrificate per farli partire. Questi semplici desideri raramente trovano risposta.

Anzi: ora, dopo l’accordo con la Turchia, si parla con tecnocratica freddezza di rafforzare la guardia costiera libica per contrastare il traffico di esseri umani. Non si è sentita una parola sul destino dei minori, oltre che degli adulti, che non riusciranno ad arrivare e a chiedere asilo.
17/05/2016
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