Province, approvata la riforma
Giovedì 3 aprile la Camera dei deputati ha dato il via libera alla riforma delle Province. Hanno votato a favore Pd, Nuovo centrodestra, Scelta civica e Popolari per l’Italia; contro: Forza Italia, Movimento 5 stelle, Sel e Fratelli d’Italia.
La nuova legge non abolisce le Province (l’abolizione richiederebbe una riforma costituzionale), ma le trasforma in enti di secondo grado. I consigli provinciali non saranno più elettivi: saranno formati dai sindaci e dai consiglieri comunali della Provincia che eleggeranno un presidente (che dovrà essere un sindaco). Il presidente e i consiglieri rimarranno in carica quattro anni.
La nuova legge istituisce anche le Città metropolitane. In tutto saranno nove: Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Bari e Reggio Calabria. Le amministrazioni metropolitane saranno guidate da un sindaco metropolitano, che coinciderà con il sindaco della città principale dell’area, e da un consiglio metropolitano. Inizialmente sia il sindaco sia il consiglio non saranno elettivi.
Secondo i dati forniti dalla Presidenza del Consiglio, questa riforma porterà a un risparmio di 800 milioni di euro: 110 per il personale della politica, che non verrà più eletto, e altri 700 milioni grazie al riordino delle funzioni.
Su questo argomento si legga anche:
Alfredo L. Tirabassi, Che cosa fanno le Province? Un bilancio alle soglie della riforma 03/04/2014
Update RequiredTo play the media you will need to either update your browser to a recent version or update your
Flash plugin.
© FCSF 