ArticoloDialoghi

Prove di partecipazione politica

- Che cosa significa “fare politica”, di Laura Maria Cinquini - Le voci dei territori, di Renaud Muselier - Europa: quale futuro? La parola ai cittadini, di Patrizia Toia
Fascicolo: marzo 2022

I sondaggi dell’Eurobarometro, diffusi a inizio febbraio 2022, attestano la crescente fiducia nutrita dai cittadini dei ventisette Stati membri nei confronti dell’Unione Europea (UE), rafforzatasi in modo considerevole durante la pandemia, ma mostrano anche che è molto diffusa la percezione di non trovare sufficiente ascolto nei processi decisionali europei. La lettura di questi dati, che evidenziano luci e ombre del rapporto tra i cittadini e l’Unione, acquista un interesse particolare in riferimento alla Conferenza sul futuro dell’Europa, iniziata il 9 maggio 2021 (cfr Riggio G., «La parola ai cittadini: la Conferenza sul futurodell’Europa», in Aggiornamenti Sociali, 5 [2021] 312-318). I dati raccolti non solo confermano l’esistenza di un clima favorevole per lo svolgimento di questo esperimento di democrazia partecipativa, del tutto inedito a una scala così ampia, ma ne sottolineano l’importanza e l’urgenza, dato che uno dei cardini della Conferenza è il coinvolgimento dei cittadini e della società civile nell’elaborazione di proposte sul futuro dell’UE che si vuole costruire.

 

Dopo i mesi iniziali di rodaggio, quasi inevitabili per un’iniziativa che presenta molti aspetti di novità, la Conferenza si accinge a entrare nell’ultima e delicata fase dei suoi lavori (cfr l’infografica sulla governance e la cronologia alle pp. 154-155), in cui saranno finalizzati i testi delle raccomandazioni rivolte dalla Conferenza al Parlamento europeo, alla Commissione e al Consiglio. È ancora prematuro confrontarsi sui contenuti che emergeranno dai lavori della Conferenza e sul nodo, squisitamente politico, della loro recezione da parte delle istituzioni europee, ma è già possibile riflettere sul processo partecipativo innescato da questa iniziativa e sulle scelte pratiche che sono state fatte per favorire il coinvolgimento di tutte le parti interessate, in particolare i cittadini. Per questa valutazione ci siamo rivolti a tre membri della Conferenza, che ci offrono il loro punto di vista partendo da esperienze della vita politica e delle istituzioni molto diverse, dato che si tratta di una giovane cittadina (Cinquini), di un politico locale (Muselier) e di una parlamentare europea (Toia).

 

La diversità di sguardi si coglie bene dalla lettura dei contributi e questo ci può aiutare a immaginare quale confronto si stia sviluppando all’interno della Conferenza tra i partecipanti, che provengono da tutti gli Stati membri e sono politici europei, nazionali o locali, rappresentanti della società civile o semplici cittadini. Nei lavori della Conferenza si trovano a operare a stretto contatto persone che hanno visioni sul futuro, letture della società, priorità e interessi diversi. Il buon esito dell’iniziativa dipenderà dalla capacità di ciascun partecipante di essere allo stesso tempo coerente con il proprio itinerario, dando il proprio specifico e originale apporto, e aperto all’ascolto dei contributi presentati dagli altri, disponibile a lasciarsi interrogare, senza ripiegarsi nelle risposte che già possiede. In questa prospettiva, la Conferenza può rivelarsi una palestra esigente, costringendo a rompere schemi consolidati del dibattito nelle istituzioni. Il lavoro a stretto contatto tra persone che hanno dedicato la loro vita alla politica e semplici cittadini può, da un lato, umanizzare la politica e le istituzioni, e, dall’altro, creare uno spazio inedito di confronto, auspicabilmente fecondo per una nuova creatività a livello di idee e proposte.

 

Questa esperienza, la cui singolarità è testimoniata dalle voci che abbiamo interpellato, è pero poco nota. I cittadini coinvolti in iniziative locali o tramite la piattaforma digitale sono il segnale di un interesse concreto e di un desiderio propositivo di dare il proprio contributo, ma sono comunque in numero modesto in rapporto alla popolazione europea. Constatare la scarsa conoscenza di questo processo partecipativo a livello europeo, nonostante gli sforzi comunicativi fatti, pone un interrogativo di fondo: come far conoscere a chi non ne fa parte alcune esperienze forti, che potrebbero essere fondative di un nuovo modo di vivere insieme? Nel caso della Conferenza, la posta in gioco è importante: costruire una cittadinanza che sappia unire l’appartenenza europea e il radicamento nazionale in una dialettica positiva. [Continua]

 

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