- Che cosa significa “fare politica”, di Laura Maria Cinquini
- Le voci dei territori, di Renaud Muselier
- Europa: quale futuro? La parola ai cittadini, di Patrizia Toia
I sondaggi dell’Eurobarometro, diffusi a inizio febbraio 2022, attestano
la crescente fiducia nutrita dai cittadini dei ventisette Stati membri
nei confronti dell’Unione Europea (UE), rafforzatasi in modo considerevole
durante la pandemia, ma mostrano anche che è molto diffusa
la percezione di non trovare sufficiente ascolto nei processi decisionali
europei. La lettura di questi dati, che evidenziano luci e ombre del
rapporto tra i cittadini e l’Unione, acquista un interesse particolare in
riferimento alla Conferenza sul futuro dell’Europa, iniziata il 9 maggio
2021 (cfr Riggio G., «La parola ai cittadini: la Conferenza sul futurodell’Europa», in Aggiornamenti Sociali, 5 [2021] 312-318). I dati raccolti
non solo confermano l’esistenza di un clima favorevole per lo svolgimento di questo esperimento di democrazia partecipativa, del tutto inedito a
una scala così ampia, ma ne sottolineano l’importanza e l’urgenza, dato
che uno dei cardini della Conferenza è il coinvolgimento dei cittadini e
della società civile nell’elaborazione di proposte sul futuro dell’UE che si
vuole costruire.
Dopo i mesi iniziali di rodaggio, quasi inevitabili per un’iniziativa che
presenta molti aspetti di novità, la Conferenza si accinge a entrare nell’ultima
e delicata fase dei suoi lavori (cfr l’infografica sulla governance e la
cronologia alle pp. 154-155), in cui saranno finalizzati i testi delle raccomandazioni
rivolte dalla Conferenza al Parlamento europeo, alla Commissione
e al Consiglio.
È ancora prematuro confrontarsi sui contenuti che emergeranno
dai lavori della Conferenza e sul nodo, squisitamente politico,
della loro recezione da parte delle istituzioni europee, ma
è già possibile riflettere sul processo partecipativo innescato da questa
iniziativa e sulle scelte pratiche che sono state fatte per favorire il
coinvolgimento di tutte le parti interessate, in particolare i cittadini. Per
questa valutazione ci siamo rivolti a tre membri della Conferenza, che ci
offrono il loro punto di vista partendo da esperienze della vita politica e
delle istituzioni molto diverse, dato che si tratta di una giovane cittadina
(Cinquini), di un politico locale (Muselier) e di una parlamentare europea
(Toia).
La diversità di sguardi si coglie bene dalla lettura dei contributi e
questo ci può aiutare a immaginare quale confronto si stia sviluppando
all’interno della Conferenza tra i partecipanti, che provengono
da tutti gli Stati membri e sono politici europei, nazionali o locali,
rappresentanti della società civile o semplici cittadini. Nei lavori della
Conferenza si trovano a operare a stretto contatto persone che hanno
visioni sul futuro, letture della società, priorità e interessi diversi. Il buon
esito dell’iniziativa dipenderà dalla capacità di ciascun partecipante di
essere allo stesso tempo coerente con il proprio itinerario, dando il proprio
specifico e originale apporto, e aperto all’ascolto dei contributi presentati
dagli altri, disponibile a lasciarsi interrogare, senza ripiegarsi nelle risposte
che già possiede. In questa prospettiva, la Conferenza può rivelarsi una
palestra esigente, costringendo a rompere schemi consolidati del dibattito
nelle istituzioni. Il lavoro a stretto contatto tra persone che hanno dedicato
la loro vita alla politica e semplici cittadini può, da un lato, umanizzare
la politica e le istituzioni, e, dall’altro, creare uno spazio inedito di confronto,
auspicabilmente fecondo per una nuova creatività a livello di idee
e proposte.
Questa esperienza, la cui singolarità è testimoniata dalle voci che abbiamo
interpellato, è pero poco nota. I cittadini coinvolti in iniziative locali
o tramite la piattaforma digitale sono il segnale di un interesse concreto e di un desiderio propositivo di dare il proprio contributo, ma sono comunque
in numero modesto in rapporto alla popolazione europea. Constatare
la scarsa conoscenza di questo processo partecipativo a livello europeo,
nonostante gli sforzi comunicativi fatti, pone un interrogativo di fondo:
come far conoscere a chi non ne fa parte alcune esperienze forti, che
potrebbero essere fondative di un nuovo modo di vivere insieme? Nel
caso della Conferenza, la posta in gioco è importante: costruire una cittadinanza
che sappia unire l’appartenenza europea e il radicamento nazionale
in una dialettica positiva. [Continua]
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