Il capitolo VIII di Amoris Laetitia ha suscitato un ampio dibattito, centrato, in prima battuta, sul discernimento ecclesiale di determinate situazioni familiari. Tuttavia, la portata teorica dell’esortazione post-sinodale è più ampia, toccando questioni fondamentali della teologia morale, principalmente il rapporto fra l’atto, la norma e la coscienza del credente. Esplorare le implicazioni teologico-morali di Amoris Laetitia è lo scopo del presente contributo, organizzato in tre parti.
Nella prima, l’A. traccia una sintesi della ricezione del documento, individuando tre linee di interpretazione: da un lato, chi afferma la semplice continuità con il magistero precedente; dall’altro, su versanti contrapposti, quanti individuano elementi di discontinuità, gli uni salutandoli come un progresso di dottrina, gli altri contestandoli come un’infedeltà alla tradizione. Questo dibattito porta a far emergere alcune questioni centrali: di carattere sistematico (la circolarità fra pastorale e dottrina, il senso dell’evoluzione del magistero), tipicamente teologico-morali (la comprensione dell’agire umano nella continuità biografica della persona, il ruolo dell’intenzionalità soggettiva, l’esistenza di atti “intrinsecamente cattivi”), infine etico-antropologici (il posto occupato dalla ragione, dalla volontà e dagli affetti nella coscienza morale).
La seconda parte ricostruisce il contesto della redazione del capitolo VIII. Infine, la terza parte costituisce la proposta sistematica dell’A., articolata intorno a due temi: lo statuto della coscienza morale e la natura del discernimento. Al cuore dell’argomentazione si colloca un ripensamento della relazione fra la soggettività della coscienza e l’oggettività della norma; le due categorie devono essere pensate non in opposizione fra loro, ma secondo una implicazione reciproca e alla luce della determinazione pratica della coscienza. In tale quadro, il discernimento non si pone come una delle attività della coscienza, ma come suo momento costitutivo.
Questo libro presenta due pregi. In primo luogo, offre una panoramica esaustiva della ricezione di Amoris Laetitia, che mette a nudo le vere questioni teologiche sottostanti il dibattito. Secondariamente, propone una teoria della coscienza, di scuola fenomenologica ed ermeneutica, coerente ed efficace nel sostenere una teologia del discernimento.