Napolitano: le riforme costituzionali non possono essere rimandate
Serve un’urgente riforma dell’architettura istituzionale. Per due volte nell’ultima settimana (nei discorsi al corpo diplomatico e alle più alte cariche dello Stato), il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha incitato a gran voce la classe politica italiana a mettere mano a una profonda revisione della Magna Charta «nel rispetto rigoroso dei principi della Costituzione», ma in modo risoluto.
Oltre a una nuova legge elettorale il Capo dello Stato ha chiesto interventi che permettano «il superamento del bicameralismo paritario, lo snellimento del Parlamento, la semplificazione del processo legislativo e la revisione del Titolo V varata nel 2001 (quello relativo a Regioni, Province e Comuni, ndr)». Interventi sui quali è necessario ritrovare «la più ampia convergenza in Parlamento», richiamando così a una collaborazione fra l’attuale maggioranza e l’opposizione, Forza Italia e Movimento Cinque Stelle compresi.
Un invito dai toni molti forti (il Capo dello Stato ha minacciato anche le dimissioni) perché, secondo Napolitano, non è in gioco solo la funzionalità dell’intero sistema politico-istituzionale, ma anche il rinnovamento del nostro sistema-Paese in un’Europa più integrata e in un mondo sempre più globalizzato.
Aggiornamenti Sociali ha approfondito il tema delle riforme costituzionali attraverso alcuni articoli che riproponiamo ai nostri lettori.
06/12/2013
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