La gravità del problema ormai non è più una notizia, ma l'opinione pubblica internazionale fatica a prenderne consapevolezza. Forse servirà, in questo senso, l'allarme lanciato in occasione del G7 dei ministri della Salute in corso a Milano. A causa dei cambiamenti climatici che ormai sono sotto gli occhi di tutti, la vera emergenza dei prossimi decenni saranno le migrazioni forzate legate appunto agli effetti del climate change: flussi di centinaia di migliaia di persone spinte a cercare un rifugio e un riparo da eventi meteorologici catastrofici.
Il rapporto Lancet Countdown, pubblicato recentemente dalla prestigiosa rivista scientifica, parla addirittura di un miliardo di rifugiati climatici entro il 2050.
Del resto, non sono solo le previsioni ad allarmare, ma la stessa cronaca quotidiana. Tra gennaio e settembre di quest'anno, secondo uno studio di Oxfam International, 15 milioni di persone hanno dovuto abbandonare le loro case per fuggire un evento meteorologico estremo; tra 2008 e 2016 i rifugiati climatici sono stati mediamente 21,8 milioni l’anno, in gran parte provenienti da Bangladesh, India e Nepal. Analogo effetto di inondazioni e tifoni è quello generato dalla desertificazione in Africa, anch'essa conseguenza del cambiamento climatico: con flussi migratori che in questo caso riguarderanno da vicino l'Europa e l'Italia.
Il summit di Milano, così come lo stesso studio di Lancet, mettono in guardia non solo dagli effetti economici e sociali, ma anche da quelli sulla salute: a causa dell'aumento della temperatura globale e dell’inquinamento dell’aria si diffonderanno a latitudine impensabili malattie finora presenti solo nelle aree tropicali, come malaria, Chikungunya, Dengue e Zika.
Al tema dei rifugiati ambientali e alle conseguenze geopolitiche dei cambiamenti climatici, Aggiornamenti Sociali ha dedicato negli ultimi anni diversi articoli. In particolare segnaliamo:
agosto-settembre 2017
ottobre 2017
aprile 2017
gennaio 2016